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Immigrazione, Trentino “ispiratore di buone pratiche”

23/01/2014

L'intervento del sociologo Giuseppe Sciortino a Trento alla presentazione del libro sulle diseguaglianze in Italia

La Provincia di Trento nel campo dell'immigrazione ha adottato buone e lungimiranti politiche con uno sguardo di prospettiva capace di andare oltre un approccio “emergenziale”. Il Trentino, grazie agli interventi applicati in questo campo, è un “ispiratore di buone pratiche” da adottare anche altrove. Lo ha detto ieri (22 gennaio 2014) il professor Giuseppe Sciortino, direttore del Dipartimento di Sociologia dell'Università di Trento, dove ha presentato assieme ai colleghi Chiara Saraceno, Antonio Schizzerotto e Paolo Boccagni il rapporto “Stranieri e disuguali: le disuguaglianze nei diritti e nelle condizioni di vita degli immigrati” della Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali. “In Trentino, ha poi aggiunto il professor Sciortino

, stranieri e italiani sono “meno differenti" che altrove.
Il libro presentato presso il Dipartimento di Sociologia analizza il tema delle disuguaglianze tra la popolazione straniera e quella italiana in tutti i settori: il reddito da lavoro e la collocazione nel mercato del lavoro, l’esposizione al rischio di povertà, le condizioni abitative, la formazione scolastica e la prevenzione nella salute. I saggi del volume mostrano che nel contesto italiano le diseguaglianze derivano in larga parte dal modo in cui una domanda di lavoro a bassa qualificazione seleziona le caratteristiche degli immigrati (a parità di mansione meno pagati degli italiani), che vanno così ad ingrossare il segmento più vulnerabile della popolazione. Ciononostante, soprattutto nella prima generazione, i cittadini immigrati contribuiscono al bilancio pubblico più di quanto ricevano sotto forma di trasferimenti e servizi. C'è una via di uscita per i “nuovi italiani” da questa condizione di diseguaglianza (in senso peggiorativo) rispetto ai cosiddetti “autoctoni”? Il volume lancia un messaggio poco incoraggiante. Nel panorama italiano i migranti, rispetto a una condizione iniziale di discriminazione, riescono ad avvicinarsi ad una “percezione paritaria” da parte della comunità “ospitante”, ma a un certo punto questa parabola ascendente arriva a un picco massimo dove questo percorso si ferma e dove i cittadini stranieri rimangono bloccati e visti, ancora, come “stranieri”.

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Pubblicato il: Giovedì, 23 Gennaio 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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