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Immigrati nel mercato del lavoro

01/08/2014

Aumenta di circa 22mila unità il numero di lavoratori stranieri occupati in Italia nel 2013

Le persone di origine immigrata in Italia continuano a rispondere bene alla domanda di lavoro nelle aree dove sono richieste mansioni esecutive, manuali e a bassa qualificazione. Nel 2013 il numero di lavoratori stranieri occupati è aumentato di circa 22mila unità, mentre l'occupazione italiana è scesa di 500mila persone. Il tasso di occupazione tra i migranti non UE cala, ma resta leggermente più alto di quello degli italiani (55,9% contro il 55,3%), mentre quello degli stranieri comunitari si attesta al 63%. Cresce però anche il numero dei migranti UE e non UE in cerca di lavoro, che aumentano rispettivamente del 24,9% e del 30,6% (mentre gli italiani dell'11%), così come quello degli inattivi (+7,9% per gli stranieri UE, +5,9% tra i non comunitari). Questi i principali dati del IV Rapporto annuale “Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia”, realizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in collaborazione con l'Inps, l'Inail, Unioncamere e con il coordinamento di Italia Lavoro SpA.
Il rapporto evidenzia che dal 2007 al 2013 l'occupazione degli stranieri è aumentata di 853mila unità, a fronte di un calo nello stesso periodo di oltre 1,6 milioni di italiani. L'incidenza degli stranieri sul totale degli occupati è salita al 10,5%, con punte del 19,7% nel settore delle costruzioni, del 13,6% in agricoltura e con un peso assolutamente preponderante nei servizi di cura, dove l'80% della forza lavoro è immigrata. Tuttavia, con 110mila stranieri in più in cerca di occupazione, sale tra gli immigrati anche il tasso di disoccupazione, che raggiunge il 17% sopravanzando quello degli italiani di circa 6 punti. Al dato sulla disoccupazione si aggiunge quello degli inattivi, che crescono di 77mila unità tra gli stranieri, soprattutto non UE. “Il fenomeno – è stato detto alla presentazione del rapporto – si spiega soprattutto considerando l'ingresso nel mercato del lavoro, in cerca di occupazione, di tanti giovani di seconda generazione o giunti in Italia attraverso ricongiungimento”.
Per quanto riguarda gli adulti, la crisi ha penalizzato soprattutto i lavoratori maschi e quelli operanti nei settori in maggiore sofferenza, con una particolare esposizione di quelli di origine non comunitaria. Resistono invece maggiormente i modelli di occupazione al femminile, per lo più nel settore dei servizi di cura.
Nel corso della presentazione del rapporto è stato detto che “il governo intende puntare sulle politiche attive, specialmente rivolte ai giovani, mentre al contempo mira a favorire un dialogo con i Paesi di origine per promuovere sempre più efficaci processi di migrazione circolare qualificata”.

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Pubblicato il: Venerdì, 01 Agosto 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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