09/09/2011
L'assessore Beltrami Giovanazzi ha parlato della coesione sociale raggiunta in provincia di TrentoIl modello trentino di convivenza presentato nelle Marche
Il modello trentino di convivenza, l'approccio al fenomeno migratorio e la struttura dei servizi adottati in provincia di Trento hanno entusiasmato oggi il folto pubblico che partecipa in questi giorni ad Ancona al XXV Congresso eucaristico nazionale.
La giornata oggi era dedicata al tema “Eucarestia e cittadinanza”, con particolare attenzione al tema dell'accoglienza dei cittadini immigrati. Alla sessione di lavori, che si è svolta presso il Teatro “La Nuova Fenice” di Osimo, è intervenuta anche l'assessore alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza della Provincia autonoma di Trento Lia Beltrami Giovanazzi. Una nuova opportunità per presentare il modello trentino di coesione sociale che trova nel Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale il proprio documento programmatico e nel Cinformi il proprio strumento operativo. Un modello illustrato anche in Lombardia e in Emilia Romagna e già esportato con successo in Abruzzo, nelle aree colpite dal sisma.
L'assessore Beltrami ha chiuso la giornata di lavori con un intervento che ha aperto una nuova prospettiva sull'argomento oggi al centro dei lavori, suscitando l'interesse e l'entusiasmo del pubblico in sala.
“Una 'terza via' è possibile – ha detto – dopo la crisi del modello assimilazionista e della società multiculturalista. La terza via è l'approccio interculturale che noi in Trentino identifichiamo con il termine 'convivenza'. Una modalità che mira all'incontro fra culture e non alla semplice 'compresenza' sullo stesso territorio. Il ruolo della politica, in questa visione sociale, è creare le condizioni e favorire l'incontro, il dialogo e la conoscenza fra persone di diversa provenienza per superare pregiudizi e timori infondati. Per una società più matura e coesa dobbiamo quindi offrire reciprocamente le chiavi della nostra cultura. Le occasioni di incontro in Trentino sono state diverse sinora e saranno ancora molte: penso, tra le varie iniziative, ai concerti che attraverso la musica arrivano al cuore delle persone; ai corsi di cucina trentina rivolti alle donne di origine immigrata per avvicinare le culture anche attraverso la tavola e, fra i prossimi appuntamenti, agli eventi organizzati per l'11 settembre a Trento. Fra questi, anche la camminata comune di trentini e nuovi trentini organizzata con la Sat. Ma la politica – ha aggiunto l'assessore Beltrami – non può e non deve agire da sola. Per questo in Trentino è stata avviata da tempo una positiva collaborazione fra tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di immigrazione. Ora però in tutto il Paese è necessario fare un balzo in avanti attraverso un grande 'patto' di collaborazione fra ente pubblico, associazionismo, rappresentanti delle religioni e mondo della comunicazione, perchè l'Italia sappia andare oltre la semplice accoglienza e i migranti vengano visti non come 'stranieri', ma come persone.”
I lavori erano stati aperti in precedenza dal vescovo di Ancona, Mons. Menichelli, che ha parlato del significato della parola Eucarestia non come momento esclusivamente religioso, ma come incontro fra tutti i membri della comunità. Bisogna superare – ha aggiunto – termini come profugo o clandestino e guardare invece a queste persone come fratelli.
Mons. Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio per i Migrantes, ha parlato invece della particolare attenzione e sensibilità che la Chiesa dedica al fenomeno migratorio nel panorama mondiale.
La giornata di lavori ha visto anche un momento di dibattito con docenti universitari ed altri esperti del fenomeno migratorio.