24/12/2013
da tredici anni sempre vicina agli anziani in TrentinoIl Natale di Zinovia
Zinovia Cazimir è una signora di sessant'anni originaria della Moldavia. E' una delle assistenti familiari - comunemente chiamate “badanti” - che lavorano presso tante famiglie trentine. Da tredici anni in Trentino, ha trascorso tutte le festività natalizie, anno dopo anno, assieme alle persone anziane. Nel paese d’origine ha svolto il lavoro di ingegnere per ventidue anni e poi in Romania ha fatto la commerciante. Mamma di tre figlie, Zinovia è rimasta vedova nel 1999. Un anno dopo ha deciso di imboccare il difficile cammino verso l’Italia per assicurare un futuro alle proprie figlie e permettere una serena vecchiaia alla madre anziana.
La storia di Zinovia comincia nel piccolo paese di campagna dove è nata. Spinta dalla voglia di studiare, si è laureata e ha trovato lavoro come ingegnere nel reparto qualità della filiale di una fabbrica di apparati militari. Ha sposato un collega ingegnere e dalla loro unione sono nate tre figlie. Per ventidue anni, fino alla chiusura della fabbrica nel 1991 dopo l’indipendenza della Repubblica di Moldavia, Zinovia e la sua famiglia hanno condotto una vita decorosa senza particolari difficoltà economiche; difficoltà che poi però negli anni si sono fatte sentire. Per un periodo la famiglia è riuscita a vivere dignitosamente grazie al commercio di prodotti acquistati in Turchia e venduti in Romania, paese dove Zinovia ha vissuto per alcuni anni prima di partire per l’Occidente.
Nel 1999 la perdita del marito, padre delle sue tre figlie, a causa di un ictus. Di fronte a questa situazione, Zinovia non si è persa d'animo e con spirito combattivo ha reagito maturando l’idea di partire per l’Italia. La sua vita si trovava a un bivio, tra la scelta di restare per essere vicina alle figlie (Elena, la più grande, era già sposata, Ana frequentava l’Università e la più piccola, Olesia, frequentava le scuole medie in Romania), oppure di intraprendere la strada della lontananza e del sacrificio, andando in Occidente per mantenere le figlie durante gli anni di studio e assicurare loro un futuro. Inoltre la madre era vecchia e malata e non riusciva più a far fronte ad una vita sempre più cara con la propria misera pensione. “Tra questi due mali ho preferito quello minore - dice Zinovia - ovvero partire, non senza l’ansia di lasciare la figlia più giovane a soli 13 anni in cura alla figlia più grande (che abita in Romania) quando più aveva bisogno della madre. Nelle lettere che mi mandava poi mi diceva: 'Mamma sono orfana ora, però mi sento solo per meta orfana perché capisco che sei lontana per il mio bene e ti ringrazio e voglio che tu sia fiera di me'”.
Un viaggio a lieto fine
I ricordi si susseguono nel racconto di Zinovia e a volte, per la forte emozione che non vorrebbe lasciare trasparire, il filo della sua storia si spezza per ricucirsi con nuovi dettagli. E così arriva a parlare del suo viaggio in Italia, un altro momento difficile della sua vita affrontato con coraggio, ma anche con l'angoscia e la paura di chi bussa alle porte di un mondo ignoto, con la tristezza della solitudine e della lontananza dalla propria famiglia e con la gioia e la speranza di migliorare le condizioni di vita della madre e delle figlie grazie al lavoro nel nuovo paese.
Oltre tremila dollari è la somma che Zinovia ha dovuto pagare per il viaggio organizzato da un’agenzia che le ha procurato un visto Schengen e che l’ha portata con un piccolo pullman a Treviso. Zinovia sorride quando ricorda che al suo arrivo sapeva solo due parole in italiano: “spaghetti” e “ciao”. Nell’autogrill dove il pullman l’aveva lasciata era sceso il buio. La difficoltà di spiegare alla cognata il posto dove si trovava e il cellulare scarico le mettevano angoscia, ma non si è persa d’animo. Vicino a lei c'erano tante persone e a gesti si è fatta capire e aiutare a rintracciare la sua parente. La sosta nella città veneta è durata solo una settimana, poi è arrivata a Trento. Dopo due mesi già riusciva a parlare e a capire la lingua italiana. Aveva un lavoro come “badante”, riceveva uno stipendio e inviava denaro alla famiglia. Ha sempre svolto il lavoro di assistente familiare.
Dopo tredici anni sente il Trentino come la propria seconda patria. “La gente è buonissima – racconta Zinovia al Cinformi – ma il lavoro di 'badante' è un po’ duro. Ma io sono contenta di fare la mia parte per la comunità e vado avanti”.
In tutti questi anni Zinovia ha sempre aiutato le proprie figlie finché non si sono sistemate: la piccola Olesea, ventotto anni, ha sposato un italiano a Roma, dove si è laureata; ora vive in America. Ana, trentacinque anni, vive nella capitale della Moldavia con il figlio ed Elena, quarant'anni, vive in Romania con la famiglia. Zinovia si è occupata della madre tornando da lei ogni volta che le era possibile fino a due anni fa, quando è morta.
Infine è riuscita con i propri risparmi di due anni di lavoro e il sostegno della figlia Elena a stampare una raccolta di poesie, indovinelli e filastrocche dedicata alle figlie, ai nipoti e ai bambini in difficoltà. Diciassettemila euro sono costate le cinquemila copie del libro, che Zinovia ha donato ai bambini che crescono negli orfanotrofi della Repubblica di Moldavia.
L'“abbraccio internet” ai famigliari
In Moldavia Zinovia il Natale lo festeggiava due volte: il 25 dicembre - come la maggior parte dei romeni che rispettano il calendario gregoriano - e il 7 gennaio secondo il calendario giuliano. Da quando è in Italia, Zinovia non ha trascorso alcun Natale assieme alla propria famiglia composta dalle 3 figlie e i loro rispettivi mariti, nonché di 4 cari nipotini. Tramite internet e il cellulare riesce però ad “azzerare” i 2.500 km fra lei e la figlia Ana in Moldavia, ad “attraversare” l’oceano per abbracciare Alessia in America e ad “annullare” i 1.000 km che la separano da Elena in Romania.
A Natale e Santo Stefano Zinovia è rimasta, infatti, sempre accanto alle persone che accudiva. “Non sono certo la persona più felice del mondo, perché vorrei tanto trascorrere le Festività con i miei nipotini, con la mia famiglia, ma non sono nemmeno la più sfortunata, perché è importante sapere che c’è qualcuno che mi vuole bene”, sottolinea Zinovia. “Pensando inoltre alle persone malate, povere, senza casa, cerco di accontentarmi come sostiene Saint-Exupéry che dice che 'devi accontentarti con ciò che hai e non cercare di più'. Tutto questo mi dà la forza di andare avanti e mi sento fortunatissima perché sto in piedi, ho una bella famiglia, ho un lavoro…e considero nobile il lavoro di 'badante' soprattutto perché si offre tanto calore e amore alle persone anziane. E desidero rivolgere infine a tutti il mio augurio per il Natale e il nuovo anno: salute, serenità e pace nel mondo.”