05/03/2013
Il Cinformi ha preso parte ad un convegno organizzato dal Comune di Saluzzo (Cuneo) e ad una tavola rotonda del Cospe a FirenzeIl Cinformi illustrato in Piemonte e Toscana
La risposta trentina al fenomeno migratorio suscita ancora una volta la curiosità e l'attenzione della pubblica amministrazione e del terzo settore nel resto d'Italia. Stavolta a trarre spunto dall'esperienza della Provincia autonoma di Trento – ed in particolare del Cinformi – sono stati, in due distinte occasioni (in Piemonte e in Toscana), il Comune di Saluzzo (in Provincia di Cuneo) e il Cospe (Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti), associazione che opera per il dialogo interculturale, lo sviluppo equo e sostenibile, i diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli impegnata oggi in oltre 100 progetti in circa 30 Paesi nel mondo.
Saluzzo, cittadina del Piemonte, è diventata alla fine della scorsa estate protagonista delle cronache nazionali per le difficoltà legate all'accoglienza di alcune centinaia di lavoratori stagionali impegnati nella raccolta della frutta, attività di cui la zona di Saluzzo rappresenta uno dei principali distretti del Piemonte. Difficoltà legate soprattutto alla disponibilità di un alloggio per questi lavoratori, per i quali, nonostante l'impegno del Comune, delle associazioni datoriali e del terzo settore, in passato non è stato possibile trovare un'adeguata sistemazione. Un disagio che alcuni organi di informazione avevano paragonato ai fatti di Rosarno. Problematiche, quelle riscontrate a Saluzzo, che il Comune e la comunità locale intendono superare attraverso una rinnovata gestione degli arrivi dei lavoratori stagionali di origine immigrata. Ed è proprio il modello di gestione adottato in Trentino che gli amministratori di Saluzzo, così come i tanti soggetti a vario titolo impegnati in questo settore, hanno voluto conoscere e approfondire nei giorni scorsi nell'affollato salone dell'Antico palazzo comunale della cittadina piemontese.
Pierluigi La Spada, coordinatore responsabile del Centro informativo per l'immigrazione della Provincia autonoma di Trento, ha illustrato le modalità di arrivo dei lavoratori stagionali sul territorio provinciale, che ammontano a circa tredicimila l'anno tra raccolta della frutta e settore turistico-alberghiero. Un sistema che deve la propria efficienza alla sinergia fra Provincia autonoma di Trento (Servizio Lavoro e Cinformi), associazioni datoriali, Questura e, nel caso dello sportello mobile in Val di Non, anche di Poste italiane. Fondamentale – ha detto La Spada in Piemonte – è programmare i flussi, snellire le procedure e fidelizzare i lavoratori. Un ruolo significativo lo hanno avuto, quindi, le associazioni datoriali che hanno garantito alle autorità pubbliche trentine e ai lavoratori, a fronte di un flusso programmato e funzionale al sistema (autorizzazioni al lavoro e permessi di soggiorni in tempi brevi), una accoglienza e una retribuzione adeguate.
Particolare apprezzamento per la risposta trentina al fenomeno migratorio in Trentino – che trova nel Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale il proprio documento di riferimento – è stato espresso nel corso del convegno dalle autorità comunali di Saluzzo, dalle associazioni di categoria, dai rappresentanti dell'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e dell'Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione).
Recentemente il Cinformi è stato invitato anche a Firenze ad una tavola rotonda organizzata dal Cospe e dall'Associazione nazionale stampa interculturale, con il sostegno della Regione Toscana. Al centro dell'incontro una riflessione sulla comunicazione interculturale, alla quale il Cinformi ha partecipato come una delle più significative esperienze nel panorama nazionale tra i media impegnati in questo campo. Un'esperienza peraltro più volte premiata da importanti riconoscimenti a livello nazionale e locale.
A Firenze è emersa l'importanza, nel settore dei media interculturali, di un soggetto capace di mettere in relazione le diverse voci ed energie che animano la comunicazione ad opera dei nuovi italiani e più in generale delle testate che raccontano le loro culture. Un ruolo, questo, che la pubblica amministrazione, quale punto di riferimento per l'intera comunità, può svolgere con particolare efficacia in una più ampia visione che sappia vedere nell'immigrazione – come avviene in Trentino – una risorsa da conoscere, valorizzare e naturalmente da comunicare.