13/10/2008
No alla tratta degli esseri umani e accoglienza delle vittime di questo infame mercato che in Trentino colpisce le donne costrette alla prostituzione.Fronte comune contro la tratta
No alla tratta degli esseri umani e accoglienza delle vittime di questo infame mercato che in Trentino colpisce, in particolare, le donne, ridotte in schiavitù e costrette alla prostituzione. Va in questa direzione il protocollo firmato oggi pomeriggio negli uffici dell’assessorato alle politiche sociali della Provincia autonoma di Trento che istituisce il sistema trentino contro la tratta degli esseri umani. Il protocollo segue l’approvazione in Giunta provinciale (avvenuta nello scorso mese di settembre) della delibera che dava il via al protocollo di intesa ed offriva le prime indicazioni sulla “Procedura per l’accoglienza delle vittime di tratta”. Quello della tratta di esseri umani è un fenomeno complesso e sempre più articolato che riguarda, secondo le Nazioni Unite, circa 2,7 milioni di persone, di cui l'80% è rappresentato da donne e bambini che ogni anno sono venduti o diventano vittime di crimini internazionali. Oltre allo sfruttamento delle donne a sfondo sessuale, il fenomeno di queste nuove schiavitù è allargato anche ai lavori forzati, alle adozioni illegali e al trapianto di organi che coinvolge soprattutto minori. In Italia sono circa 55 mila le vittime di tratta che hanno ricevuto assistenza e protezione negli ultimi sette anni. I paesi di partenza del traffico di persone per l’Italia sono in particolare Nigeria, Romania, Moldavia, Albania, Ucraina, Russia e Bulgaria. Il Protocollo firmato oggi all'assessorato provinciale alle politiche sociali parte dal presupposto che per combattere e rispondere adeguatamente alla tratta è necessario sviluppare un approccio olistico e integrato fondato sulla promozione dei diritti umani, con procedure strutturate e strumenti diversificati a seconda dell’ambito di applicazione. E’ quindi necessario attuare la cooperazione e il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti per sviluppare una politica integrata che investa i differenti livelli e ambiti, considerando tutti gli aspetti che riguardano la tratta, dalla prevenzione alle azioni di contrasto alla protezione delle vittime. Le parti firmatarie del Protocollo sottoscritto oggi hanno contribuito all’elaborazione della “Procedura di accoglienza delle vittime di tratta”, parte integrante e sostanziale del Protocollo. Il Protocollo, peraltro, potrà essere sottoscritto anche da nuovi soggetti aderenti. I soggetti fondatori del sistema trentino contro la tratta di esseri umani - Provincia Autonoma di Trento (assessorato alle politiche sociali) - Comune di Trento (assessorato alle politiche sociali) - Comune di Rovereto (assessorato alle attività sociali e alla salute) - Associazione CIF di Trento - Associazione Lila del Trentino - Cooperativa Punto d’Approdo di Rovereto - Associazione L’Altra Strada di Trento - Gruppo Raab di Rovereto - Associazione Acisjf (Casa della giovane) di Trento - Coop. Soc. Villa S. Ignazio di Trento - Associazione Atas-onlus di Trento Le finalità del Protocollo Il Protocollo firmato oggi pomeriggio è finalizzato alla formalizzazione del sistema trentino contro la schiavitù e la tratta di esseri umani e al consolidamento della rete dei soggetti impegnati in questo settore. In particolare il sistema di accoglienza è volto a: conoscere le caratteristiche e l’evoluzione della tratta di esseri umani, tramite la mappatura e il monitoraggio del fenomeno; informare le vittime di tratta in merito ai diritti, agli obblighi e alla corretta fruizione dei servizi e delle organizzazioni che forniscono specifica assistenza socio-legale e sanitaria, grazie alla creazione di una relazione di reciproca fiducia tra gli operatori e la persona; promuovere la consapevolezza della condizione di sfruttamento attraverso l’ascolto approfondito della persona e il consolidamento della relazione reciproca; salvaguardare la salute per mezzo di una corretta informazione prioritariamente indirizzata alla prevenzione; favorire la maturazione di una scelta consapevole di fuoriuscita dalla condizione di sfruttamento, assicurando un contesto ed un supporto adeguati nell’intraprendere il programma di assistenza e integrazione sociale o il rimpatrio concordato; predisporre e realizzare il programma di assistenza e integrazione sociale, finalizzato al raggiungimento dell’autonomia sociale, economica e abitativa, attraverso il potenziamento del lavoro di rete tra servizi sociali, strutture di accoglienza ed eventuali altri enti, in accordo con la persona; sviluppare l’interazione e la collaborazione coordinata e continuativa tra unità mobili e di contatto, servizi sociali, strutture preposte all’accoglienza e agli inserimenti lavorativi, sportelli informativi e forze dell’ordine; sensibilizzare la collettività in merito al fenomeno della tratta di esseri umani e alle sue diverse manifestazioni. L’impegno della Provincia autonoma di Trento contro la tratta La Provincia autonoma di Trento, assieme ai servizi sociali degli enti locali e al privato sociale, è impegnata da alcuni anni nella lotta contro la tratta degli esseri umani. Nel 2002 la Provincia, assieme ai Comuni di Trento e Rovereto, ha partecipato al progetto “Strada” con la finalità del recupero socio-lavorativo delle donne oggetto di tratta, sviluppato nell'ambito dell'iniziativa comunitaria Equal. Ha poi partecipato al progetto “Women East smuggling trafficking” (Tratta a fini di sfruttamento di donne dell’Est) sviluppato nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Interreg III B Cadses. Infine, in ordine di tempo, l’iniziativa di cooperazione transnazionale volta a potenziare gli interventi di lotta alla tratta di esseri umani in Italia e Romania. Si tratta di un protocollo di intesa sottoscritto per l’Italia dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Provincia autonoma di Bolzano, da dieci Regioni, dal Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, dal Ministero del lavoro, salute e politiche sociali e, per la Romania. dal Ministero del lavoro, della famiglia e delle pari opportunità. Nel 2006 la Provincia ha attivato un “tavolo tecnico di coordinamento provinciale per l’accoglienza delle vittime di tratta”, composto per il Servizio provinciale per le Politiche sociali e abitative, dal Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione, unità operativa del Servizio); per i servizi sociali particolarmente interessati al tema, dai Comuni di Trento e Rovereto; per le unità di strada, dall’Associazione Lila Trentino e dall’Associazione Cif (Centro italiano femminile) di Trento; per i volontari di strada, dall’Associazione l’Altrastrada di Trento e dal Gruppo Raab di Rovereto; per le strutture di accoglienza, dalla Cooperativa Punto d’Approdo di Rovereto, dall'Associazione Acisjf (Casa della giovane) di Trento, dalla Cooperativa Villa S. Ignazio di Trento e dall’Associazione Atas-onlus di Trento. Il “tavolo tecnico” è stato attivato con lo scopo di definire in Trentino un modello comune di intervento.