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“Emergenza dinieghi: che fare?”

13/01/2012

Al centro della serata una riflessione sulla possibilità di rilascio di un permesso per motivi umanitari ai migranti dalla Libia

Secondo incontro pubblico ieri sera (giovedì 12 gennaio) a Trento intitolato “Emergenza dinieghi: che fare?” e organizzato dalla rete di associazioni e singoli cittadini che accompagna il percorso di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale ospitati in Trentino. Al centro della serata una riflessione sulla possibilità di rilascio di un permesso per motivi umanitari ai migranti dalla Libia, con particolare riferimento alla petizione lanciata da Melting Pot. La petizione chiede “l’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art 20 TU) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico”. La mobilitazione a sostegno della petizione in Trentino ha coinvolto uno spettro molto ampio e variegato di associazioni, dai centri sociali alla Caritas, ai quali si aggiungono la Rete per i diritti dei senza voce di Bolzano e il Movimento dei Focolari.
All’incontro di ieri sera sono intervenuti l’avvocato Marco Paggi, membro della segreteria nazionale dell’Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione) e Pierluigi La Spada, coordinatore del Cinformi, il Centro informativo per l’immigrazione dell’assessorato alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza della Provincia autonoma di Trento.
Marco Paggi ha sottolineato la necessità di concedere ai migranti provenienti dalla Libia un permesso di soggiorno ai sensi dell’art. 20 del Testo Unico sull’immigrazione. “Non c’è scelta – ha detto –, altrimenti si fabbricano clandestini coatti, persone di fatto spinte verso ambienti devianti. Dal punto di vista giuridico, Paggi ha aggiunto che “nel 2013 si ipotizza che saranno ancora tutti in alto mare, tra ricorsi e intasamento dei tribunali, mentre a guadagnarci saranno quelli che, in molte parti d’Italia, vedono nell’accoglienza una possibilità di lucro senza considerare la dignità delle persone”.
Pierluigi La Spada ha fatto il punto della situazione in Trentino, dove l’accoglienza va oltre la risposta ai bisogni primari prevedendo, tra l’altro, la valorizzazione del tempo libero delle persone accolte e l’incontro con la comunità locale. Un progetto di accoglienza che si distingue positivamente - come anche l’avvocato Paggi ha sottolineato - nel panorama nazionale. La Spada ha inoltre letto in sala un intervento dell’assessore provinciale Lia Beltrami Giovanazzi, impossibilitata a partecipare.
“Da tempo in Trentino, come nel resto d’Italia - afferma l’assessore -, c’è una mobilitazione della società civile in relazione al rischio di un alto numero di dinieghi alle domande di protezione internazionale delle persone accolte nel progetto nazionale emergenza Nord Africa. Nel rispetto del lavoro delle Commissioni, lo Stato potrebbe considerare l’ipotesi (come fatto per i cittadini della Tunisia) di mettere i migranti nella condizione di potersi ricostruire una vita: conseguire un’autonomia economica e sociale in Italia o scegliere di tornare, in sicurezza, nel paese di provenienza (Libia) o in quello di origine.
Come metterli in questa condizione di libera scelta? L’unica soluzione possibile per creare tale condizione appare quella di consentire ai migranti di soggiornare regolarmente in Italia per un adeguato periodo di tempo.
Mi impegno a sottoporre tale questione al ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi.”

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Pubblicato il: Venerdì, 13 Gennaio 2012 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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