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Diritto d’asilo nell’UE, Report della Fondazione Migrantes

09/12/2020

Quadro europeo, italiano, approfondimento teologico e sulla rotta balcanica

Sono circa 72.500, secondo dati provvisori, gli attraversamenti “irregolari” di migranti e rifugiati registrati alle frontiere esterne dell’Unione Europea fra gennaio e settembre 2020: il 21% in meno rispetto allo stesso periodo 2019.
Il dato emerge dal Report 2020 “Il diritto d’asilo” curato dalla Fondazione Migrantes.
Fra le “rotte” d’ingresso principali nell’UE sono in aumento solo quella del Mediterraneo centrale e quella dei Balcani occidentali, sia pure con cifre incomparabilmente inferiori rispetto al 2015 dell’“emergenza migranti” europea. Peraltro, negli ultimi mesi nell’Atlantico si sono moltiplicati gli arrivi nelle Canarie, territorio spagnolo, circostanza che nei primi giorni di novembre ha portato il totale 2020 degli arrivi via mare nel Paese iberico a 30mila, contro i 24mila del periodo gennaio-novembre 2019. Le rotte migratorie mediterranee e interne all’Europa, sempre fra gennaio e settembre, hanno contato 672 morti/dispersi in mare e (un dato spesso dimenticato) 76 in percorsi via terra. Per entrambe le cifre si tratta di stime minime, in difetto.
Nel 2020, sulle richieste d’asilo nell’Unione Europea (196.620mila quelle presentate per la prima volta fra gennaio e giugno, - 31% rispetto allo stesso periodo 2019) hanno pesato le restrizioni e i lockdown per la pandemia di Covid-19 in primavera. Al contrario, sia gennaio che febbraio avevano registrato un numero di richiedenti superiore a quello del dicembre 2019.
Nel 2019, l’UE a 27 Paesi (Eurostat, che ha elaborato questi dati nel 2020, considera già fuori dell’Unione il Regno Unito) ha registrato 612.685 richiedenti asilo per la prima volta (+ 12% rispetto al 2018; 676.250 i richiedenti totali). Per numero assoluto l’Italia è quinta dopo Germania, Francia, Spagna e Grecia. Ma le posizioni nazionali variano di molto se si considerano i richiedenti asilo in rapporto agli abitanti: qui il primato è di Cipro (14.495 per milione), seguita da Malta (8.108), Grecia (6.985) e Lussemburgo (3.585). L’Italia, con 580 richiedenti per milione di abitanti, si colloca ben al
di sotto della media europea di 1.371 per milione.
I principali Paesi d’origine delle persone che nel 2019 sono riuscite a chiedere asilo nell’UE sono la Siria (circa 74.000), l’Afghanistan (53.000), il Venezuela (45.000), la Colombia (32.000) e l’Iraq (27.000).
Nel 2019, l’UE ha garantito protezione a 295.785 persone (riconoscimento dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria o di quella umanitaria). Le percentuali di riconoscimento di uno dei tre benefici sul totale dei richiedenti esaminati sono rimaste molto basse: il 38% in sede di “prima istanza” e il 31% in “istanza finale” su ricorso.

Il quadro italiano
Il 2020 è avviato a concludersi con un totale di arrivi in Italia di migranti e
rifugiati via mare certamente in crescita rispetto al biennio 2018-2019, ma comunque a livelli minimi rispetto agli anni precedenti: 23.720 gli arrivi a fine settembre 2020, contro i 132.043 nello stesso periodo del 2016 e i 105.417 del 2017.
I richiedenti asilo in Italia nel 2020 sono ai minimi degli ultimi anni, anche a causa del lockdown per il Covid-19: al 30 settembre ne sono stati registrati circa 16.855 (dato provvisorio), due terzi rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nei primi otto mesi del 2020 sono stati riconosciuti circa 5.900 benefici fra status di rifugiato, protezione sussidiaria e protezione speciale: nel complesso, ha ottenuto uno dei tre riconoscimenti appena 1 richiedente asilo su 5. Nel 2019 erano stati riconosciuti in totale 19.700 benefici di protezione, comprendendo anche gli ultimi casi di protezione umanitaria. Ma i “dinieghi” erano stati 61.600, praticamente due terzi di tutte le domande di protezione esaminate nell’anno: il 65%, la percentuale più elevata degli ultimi anni.
A fine settembre 2020 il totale di migranti, richiedenti asilo e rifugiati nei servizi di accoglienza italiani, circa 82.100 persone, ha toccato il minimo dell’ultimo periodo: per trovare un valore più basso occorre risalire al 2014 (66.066 persone accolte a fine anno). In contrazione anche la rete SIPROIMI: dagli 877 progetti con quasi 27.000 ospiti di fine 2018 si è passati ai 795 progetti con 24.000 ospiti di luglio 2020.
Sono invece 2.329 i nuovi minori stranieri non accompagnati (MSNA) segnalati in territorio italiano nel primo semestre 2020 (erano stati 6.251 in tutto il 2019). Sono arrivati soprattutto da Bangladesh, Egitto, Albania, Afghanistan e Tunisia. La principale regione d’arrivo è la Sicilia (33% del totale), ma seguono due regioni “privilegiate” per gli arrivi via terra sulla “rotta balcanica”: Friuli-Venezia Giulia (17%) e Lombardia (13%). Nel complesso, sono 5.016 i MSNA in accoglienza in Italia al 30 giugno 2020. Fra loro, 533 si trovano in strutture di prima accoglienza.

Il Report della Fondazione Migrantes contiene anche due approfondimenti: uno sulla rotta balcanica e uno di carattere teologico.

Vai al Rapporto “Il diritto d’asilo” della Fondazione Migrantes

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Pubblicato il: Mercoledì, 09 Dicembre 2020

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