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Decreto flussi, sospesa una parte

16/01/2009

Una parte del decreto flussi 2008 è stata sospesa dal Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato da alcuni datori di lavoro stranieri.

Una parte del decreto flussi 2008 è stata sospesa dal Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato da alcuni datori di lavoro stranieri. Al centro del ricorso, i requisiti restrittivi richiesti a questa particolare categoria. Infatti, potevano inviare conferma della volontà di assunzione al sito del ministero dell’Interno i datori di lavoro non comunitari e in possesso di carta di soggiorno o permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o carta di soggiorno rilasciata a cittadini stranieri familiari di cittadini comunitari. Secondo il Tar “le censure dedotte appaiono fondate, in particolare nella misura in cui evidenziano, da un lato, il contrasto con la fonte primaria della prescrizione che esige che i datori di lavoro stranieri siano in possesso della carta di soggiorno, laddove invece il Dlgs. 286 del 1998 si limita a fare riferimento allo straniero regolarmente soggiornante, e, dall'altro, lo sviamento di potere determinato dal perseguimento di finalità estranee a quelle assegnate al decreto flussi”. Respinto invece il ricorso presentato dalla Cgil nazionale e dal patronato Inca per ottenere l’annullamento parziale del decreto. Secondo il Tar l’ente riccorrente non è legittimato a ricorrere. “Il patronato della Cgil – affermava il sindacato motivando il ricorso – ha preso questa decisione perché, in base alla struttura dell'ultimo decreto flussi stabilito dal governo, non è possibile rispettare la delega e il mandato che migliaia di lavoratori immigrati e di datori di lavoro immigrati hanno dato alle loro strutture per ottenere il nulla osta per le assunzioni di lavoratori immigrati. L’ultimo decreto flussi introduce norme restrittive e in particolare in contraddizione con il Testo unico sull'immigrazione.”

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Pubblicato il: Giovedì, 02 Luglio 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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