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Dalla richiesta d'asilo all'arte del pane

12/11/2015

Il suo datore di lavoro: “Non solo un collaboratore di fiducia, ma anche un amico di tutta la famiglia”

Il 2 novembre 2015 è stato un giorno importante per Ali: è stato il suo primo giorno di lavoro con un contratto da apprendista. Il giovane Ali, originario del Pakistan, 27 anni, è stato accolto nel 2014 in Trentino nell’ambito dell’accoglienza ordinaria Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).
Da fine giugno e fino a circa metà agosto di quest’anno il giovane pakistano ha svolto attività di tirocinio presso un panificio del centro storico di Trento a titolo gratuito; poi, ancora un mese e mezzo sempre di tirocinio nel quale ha ricevuto un compenso dall’azienda. Infine, il datore di lavoro ha deciso di assumerlo. Ma questo dopo che ad Ali è stato riconosciuto lo status di rifugiato, con un permesso di soggiorno per protezione internazionale della durata di 5 anni.
Ali è arrivato un anno e due mesi fa in Italia seguendo un altro percorso rispetto ai profughi che dalla Libia arrivano in Italia via mare attraversando il Mediterraneo. Ha usato diversi mezzi nel viaggio dal Pakistan verso l’Europa e ha fatto sosta sia in Grecia sia in Svezia, prima di giungere in Italia dove ha presentato domanda di protezione internazionale.
Il viaggio di Ali non è stata una scelta: è dovuto scappare dal proprio paese di origine separandosi dai propri affetti perché perseguitato in quanto di etnia hazara e di religione islamica sciita. La sua famiglia era originaria dell’Afghanistan, ma era emigrata parecchi anni fa nel paese vicino. È in Pakistan che Ali è nato, così come i suoi due fratelli e le due sorelle che ha dovuto lasciare assieme alla madre. Di suo padre non si sa più nulla dal 2002, quando andò in Iran per l’attività di commercio che svolgeva.
Gli hazara, come si legge su Wikipedia, “costituiscono un gruppo etnico che vive prevalentemente in una regione montuosa dell'Afghanistan centrale. Nei secoli scorsi costituivano la maggiore etnia dell'Afghanistan, ma a causa delle continue persecuzioni oggi rappresentano circa il 19-25% della popolazione afghana (tale stima è comunque approssimativa, dato che da decenni nel paese non si hanno censimenti accurati). Alcuni hazara, infine, vivono in Pakistan e Iran”.
Nel percorso in Trentino il giovane è stato sostenuto e seguito, in particolare, da un’operatrice del Centro Astalli di Trento (che collabora nell'accoglienza coordinata dal Cinformi della Provincia) nello svolgimento di un tirocinio adatto alle sue competenze e capacità.
Anche in Pakistan Ali aveva lavorato come panificatore per un anno. Un lavoro che richiede impegno serietà, come afferma anche il proprietario del panificio, il signor Andrea. “Ho deciso di assumere Ali – racconta l'imprenditore – perché ho visto in lui, grazie anche alla mia esperienza di oltre 40 anni come gestore di negozi di pane a Trento, una persona che si impegna molto per imparare e per svolgere al meglio il proprio lavoro. E infatti, in poco tempo, Ali è diventato non solo un collaboratore di fiducia, ma anche un amico di tutta la famiglia”.
Il panificio in cui ora lavora Ali è un laboratorio artigianale avviato a Trento nel 1924 e arrivato alla terza generazione di imprenditori. Lavorarci è fonte di orgoglio per Ali, ma ancora più importante per lui sembra essere il fatto di avere trovato delle persone che hanno creduto in lui e che gli hanno dato fiducia, offrendogli un’opportunità che può cambiare il suo futuro. Tra poco dovrà uscire dal progetto di accoglienza e spera di trovare un alloggio più vicino al posto di lavoro, che deve raggiungere alle due di notte per preparare il pane assieme al maestro artigiano. “Ora raggiunge il centro storico da Trento sud in bicicletta ed è sempre puntuale – precisa il suo datore di lavoro – però con l’inverno alle porte è sempre più difficile percorrere la città a quell’ora di notte con il mezzo che ha e quindi speriamo che si possa trovare una soluzione abitativa nei dintorni”.
E sempre dei progetti per il futuro del giovane panificatore parla la persona che gli ha offerto una chance, il proprietario del panificio, il signor Andrea: “Ali vorrebbe portare qui la madre e un fratellino e poi importante sia per lui sia per me sarà che Ali riesca a conseguire la patente di guida per andare la mattina a consegnare il pane da solo”.
Avere gli affetti vicino e poter guidare una macchina sono cose normalissime per tante persone; per Ali, invece, fino a qualche tempo fa erano solo un sogno lontano.

RICHIEDENTI PROTEZIONE INTERNAZIONALE E TIROCINI, ECCO COME FUNZIONA
La normativa provinciale (in recepimento della legge nazionale) prevede che per ogni tirocinio formativo e di orientamento attivato in provincia di Trento venga erogata un'indennità di partecipazione al tirocinio non inferiore ad € 300,00 mensili o € 70,00 su base settimanale e non superiore ad € 600,00 mensili. La normativa prevede però “l’esenzione, totale o parziale, dall’erogazione dell’indennità di partecipazione al tirocinio nei confronti di soggetti svantaggiati o disabili, richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale qualora già beneficiari di sussidi economici.” Visto che i richiedenti e titolari di protezione accolti nei progetti d'accoglienza che fanno capo al Cinformi sono beneficiari di sussidio economico, il soggetto promotore del tirocinio (la Provincia autonoma di Trento) è esentato dall'erogazione dell'indennità di partecipazione. Dopo otto settimane di tirocinio non retribuito, se l'esperienza formativa viene prorogata, l’onere di corrispondere l'indennità ricade sull’azienda ospitante. Dal momento in cui il richiedente percepisce l’indennità legata al tirocinio è sospesa l’erogazione del sussidio economico.

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Pubblicato il: Venerdì, 13 Novembre 2015 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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