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Consiglio Ue, accordo sul ricollocamento

14/09/2015

Rimandata al prossimo vertice la discussione sugli ulteriori 120mila ricollocamenti propost

Il Consiglio straordinario dei ministri dell’Interno dell’Unione europea, riunitisi a Bruxelles il 14 settembre 2015, ha raggiunto un accordo sul primo piano di ricollocamento di persone che fuggono da zone di guerra, proposto dalla Commissione a maggio e che aveva ottenuto il benestare dell'Europarlamento il 9 settembre scorso. L’accordo raggiunto riguarderà il ricollocamento di 40.000 persone giunti in Italia e Grecia (24mila dall'Italia e 16mila dalla Grecia), con "chiara necessità di protezione internazionale" che siano arrivate dal 15 agosto 2015 al 16 settembre 2017.
Il ministro per l'Immigrazione del Lussemburgo, Jean Asselborn, ha dichiarato che "di fatto i primi ricollocamenti di persone che hanno bisogno di protezione internazionale possono cominciare rapidamente", anche se attualmente gli impegni offerti dai diversi Stati membri consentano di arrivare alla copertura dell'accoglienza solo per 32.256 persone. Gli Stati membri si sono comunque dati come scadenza la fine di dicembre per colmare il divario restante e raggiungere la soglia dei 40.000.
Al tempo stesso il testo approvato contiene anche la base legale per i cosiddetti hotspot, i centri di prima identificazione dove si dovrebbero registrare e prendere le impronte digitali a coloro che arrivano. Nelle prossime settimane la Commissione dovrà fornire un rapporto dettagliato sull’effettiva realizzazione di questi centri.
Il Consiglio ha anche esaminato le nuove proposte presentate dalla Commissione europea il 9 settembre scorso per rispondere alla crisi dei rifugiati, e in particolare la seconda "relocation" d'emergenza, ovvero la ridistribuzione fra tutti gli Stati membri (eccetto Regno Unito e Danimarca, che hanno un opt-out) di 120.000 rifugiati giunti negli ultimi mesi, e che arriveranno nei prossimi, in Italia, Grecia e Ungheria.
Su tale proposta il Consiglio ha raggiunto solo un accordo di principio, ma non sulle modalità. Una risposta dovrebbe essere data nel prossimo Consiglio, in programma l'8 e il 9 ottobre quando i testi legali del nuovo pacchetto della Commissione saranno sottoposti ai ministri per l'approvazione. Nel frattempo il Consiglio ha sollecitato un parere in merito da parte del Parlamento Europeo.
I 28 Paesi della Ue hanno anche dato il via libera formale per l'avvio della 'fase 2' della missione navale EuNavFor Med, che prevede l'uso della forza contro gli scafisti nel Mediterraneo. La proposta permetterà alle navi della forza Ue di fermare, perquisire e dirottare le imbarcazioni sospettate di trasportare migranti. L'operatività è prevista entro i primi di ottobre.
Infine il Consiglio, prendendo nota delle recenti notifiche di alcuni stati membri di reintrodurre temporaneamente controlli alle frontiere esposte a forti pressioni migratorie, ha richiamato gli Stati alla necessità di applicare pienamente gli accordi di Schengen.
In questi giorni, la sospensione di Schengen e il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere decisi dalla Germania sono stati seguiti da Austria, Slovacchia e Olanda. La Francia si è detta pronta a istituirli (nei confronti dell'Italia). "Sono già state date disposizioni", ha reso noto il ministro dell'Interno Cazeneuve, sottolineando che ciò avverrà solo "se si ripeterà una situazione identica a quella di alcune settimane fa". Anche in Belgio probabilmente ci saranno i controlli alle frontiere.
In Ungheria intanto sono entrate in vigore le nuove norme più restrittive in fatto di immigrazione in base alle quali l'ingresso illegale in Ungheria è considerato un reato punibile con l'espulsione o la condanna fino a tre anni di carcere.

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Pubblicato il: Martedì, 15 Settembre 2015 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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