15/09/2013
Il benessere dei migranti varia in base al luogo e all'esperienza personaleBenessere dei migranti e sviluppo
La migrazione migliora o no le condizioni di vita? In che misura i migranti sono soddisfatti della loro vita rispetto alla popolazione locale? É più difficile per loro trovare lavoro o avviare un business? E’ più probabile che abbiano problemi di salute? A queste e altre domande intende offrire risposte il “Rapporto Mondiale sulle Migrazioni 2013: benessere dei migranti e Sviluppo” realizzato dall’Oim, l’organizzazione internazionale delle migrazioni. Il Rapporto fornisce, per la prima volta, un quadro globale del benessere dei migranti basandosi sui risultati di un sondaggio realizzato dall’Istituto Gallup, che ha intervistato più di 25.000 migranti in oltre 150 Paesi.
I nuovi dati presentati nel rapporto mostrano che i migranti adulti che si muovono da Sud a Nord rappresentano solo il 40% del totale mondiale. Circa il 33% dei migranti si muove tra Paesi del Sud, il 22% tra Paesi del Nord e il 5% dal Nord al Sud del mondo. Nel complesso, la migrazione migliora il benessere soprattutto per coloro che si trasferiscono al Nord. I migranti che si spostano da Nord a Nord (tra Paesi ad alto reddito) piuttosto che da Sud a Nord segnalano maggiori benefici. Il rapporto evidenzia inoltre che anche se circa i due terzi dei migranti internazionali sono originari del Sud, le persone provenienti da Paesi del Nord sono più propense a migrare. In effetti, le persone emigrate costituiscono tra il 3,6% e il 5,2% della popolazione del Nord, mentre nel Sud gli emigrati rappresentano circa il 3% della popolazione. 7 milioni sono i migranti in movimento da Nord a Sud. Si tratta, per esempio, di cittadini provenienti dagli Stati Uniti che si trasferiscono in Messico e in Sud Africa, ma anche di tedeschi che si spostano in Turchia e di portoghesi che vanno in Brasile.
Solo una minoranza di migranti invia rimesse. Solo l’8% dei migranti adulti nel Sud e il 27% nel Nord riferiscono di inviare un “aiuto finanziario” a dei parenti che vivono in un altro Paese. Parlando di lavoro, il tasso di disoccupazione globale per i migranti è di circa il 13%, contro l'8% per cento delle popolazioni locali.
Il Rapporto Mondiale sulle Migrazioni 2013 pone infine l’accento sulla necessità di comprendere come il benessere dei migranti vari in base al luogo e all'esperienza personale. Questa variazione si nota, ad esempio, nell'effetto della migrazione sul benessere di diverse categorie di migranti, tra le quali lavoratori migranti, studenti, migranti irregolari, migranti rientrati nel Paese d’origine o migranti in difficoltà a causa di conflitti o disastri ambientali.
Nella nota sul rapporto dell’Oim si può leggere anche che “secondo la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, migliorare il benessere del singolo è uno dei principali obiettivi dello sviluppo. Ma lo sviluppo è spesso misurato in primo luogo in termini di indicatori economici, come il PIL. Allo stesso modo, il contributo dei migranti allo sviluppo è di solito misurato principalmente in termini di denaro che spediscono a casa, piuttosto che pensando a come la loro vita sia influenzata dalla migrazione”.