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"Badanti", provvedimento in vista?

10/07/2009

I ministri dell’Interno e del Lavoro pare abbiamo trovato una prima intesa per una soluzione al problema delle assistenti familiari irregolari (senza un valido titolo di soggiorno).

Si tratta, secondo indiscrezioni, di una sorta di “emersione dal lavoro nero”. Però non è ovviamente ancora chiaro quale sarà lo strumento tecnico che il governo eventualmente intende adottare per risolvere questo problema. Le ipotesi possibili sono un decreto flussi per l’ingresso di assistenti familiari, o una norma che consente l’emersione dal lavoro nero, oppure ancora una modifica alla legge che consenta, come avviene per le infermiere, l’ingresso fuori quota. Quest’ultima ipotesi a nostro avviso è quella che risolverebbe definitivamente il problema che le famiglie hanno di poter occupare le lavoratrici regolarmente. Si tratterebbe di consentire alle famiglie che ne hanno necessità di fare richiesta in Trentino al servizio lavoro e allo Sportello unico nelle altre realtà, di nulla osta all’ingresso (indipendentemente dalla disponibilità di quote); con questo nulla osta (che comprende anche quello della Questura) le lavoratrici potranno chiedere alle autorità consolari italiane il visto di ingresso per lavoro. Fare una “sanatoria”, anche se obiettivamente sarebbe la via più semplice per le famiglie e le lavoratrici, risulta essere, anche secondo il parere di illustri studiosi dei fenomeni migratori, una cattiva scelta, perché così facendo si darebbe l’impressione di poter soggiornare irregolarmente in Italia, “tanto prima o poi ci sarà una regolarizzazione”. Sarebbe anche interessante consentire di dividere un posto di lavoro tra più persone (job sharing). Permettere l’alternanza sul posto di lavoro tra più persone che utilizzano lo stesso Nulla osta all’ingresso per periodi determinati consentirebbe di alleggerire il faticoso lavoro di assistenza e di suddividere il lavoro all’interno di uno stesso nucleo parentale. Questa modalità asseconderebbe tra l'altro quel fenomeno naturale delle catene migratorie parentali e amicali cui fanno riferimento normalmente i datori di lavoro: un sorta di "garanzia" per i datori di lavoro che si affidano alle raccomandazioni dei lavoratori che già conoscono.

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Pubblicato il: Lunedì, 17 Agosto 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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