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“Atlante Sprar 2012/2013”

14/02/2014

Nei prossimi due anni si passerà da 151 a 456 progetti locali di accoglienza gestiti dallo Sprar

Nel 2014-2016 la rete Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) passerà da 151 a 456 progetti locali, con il coinvolgimento di 375 comuni, 30 province e 10 unioni di comuni. Si tratta di 13.020 posti di accoglienza finanziati, ai quali se ne aggiungono 6.490 messi a disposizione dagli enti locali per eventuali ampliamenti in caso di necessità. Le regioni principali protagoniste di questo nuovo assetto saranno la Sicilia, che passerà da 351 a 4.101 posti disponibili, e il Lazio, che passerà da 456 a 4.463 posti. In particolare Roma, nonostante la rete Sprar sia orientata a privilegiare un sistema di accoglienza diffuso, vedrà la messa a sistema di 3mila posti che in gran parte erano già esistenti attraverso diverse iniziative da parte del Comune e del privato sociale. Altre regioni gestiranno un forte ampliamento dell’accoglienza, come Calabria (da 145 a 1.645 posti), Puglia (da 291 a 1.848), Campania (da 125 a 1.327) ma anche realtà più piccole come Molise e Basilicata, che rispettivamente passano da 30 a 435 posti e da 15 a 443.
I dati sui progetti futuri nonché sull’accoglienza Sprar negli anni scorsi sono contenuti nel rapporto annuale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: “Atlante Sprar 2012/2013” presentato recentemente.
Nel 2013 i posti di accoglienza sono stati ampliati da 3.979 a 9.500, in risposta a un forte aumento degli arrivi via mare, ed è stata data accoglienza a 12.050 persone. I beneficiari nel 2012 sono stati invece 7.823. Tra le persone accolte, l’80,1% sono stati uomini, il 22,3% con famiglia a carico, il 71,5% in età compresa tra i 18 e i 35 anni e 358 sono stati i minori stranieri non accompagnati accolti. I principali Paesi di provenienza sono stati Afghanistan, Somalia, Nigeria, Pakistan ed Eritrea. Il 66% dei beneficiari nel 2012 è uscito dai progetti per “integrazione” nel territorio o per scelta individuale di abbandono, spesso a seguito di inserimenti lavorativi in altri territori.
Nel corso della presentazione del rapporto è stato evidenziato che “sono diverse le sfide da affrontare, come quella di garantire standard uniformi e adeguati di accoglienza, garantire attenzione verso le persone e in particolare verso i soggetti più vulnerabili e lavorare su misure che permettano l’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale”. Da più parti è stato sottolineato come l’Europa debba assumersi le proprie responsabilità rispetto alle migrazioni nel Mediterraneo e riconoscere le peculiarità dell’Italia, che nel 2013 ha dovuto gestire oltre 42mila arrivi. Una “proposta pilota” dell'Unchr (Agenzia Onu per i rifugiati) è quella di considerare le persone soccorse nel Mediterraneo come richiedenti asilo “europei”, che non vengano così assegnati automaticamente solo ai Paesi costieri come l’Italia.
I posti di accoglienza per i richiedenti asilo e rifugiati in provincia di Trento dal 2006 al 2013 sono stati 30, dei quali 15 finanziati nell’ambito del progetto Sprar, al quale la Provincia ha aderito nel 2006. Dal 2014 i posti di accoglienza sono passati a 120, dei quali 10 destinati ai minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo. Il progetto di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati in Trentino viene gestito dal Centro informativo per l’immigrazione (Cinformi) in collaborazione con il Centro Astalli di Trento e l’associazione Atas onlus.

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Pubblicato il: Venerdì, 14 Febbraio 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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