17/01/2018
Lo sportello offre servizi di informazione e orientamentoAssistenza familiare, lo sportello Cinformi
Un servizio rivolto agli assistenti familiari e alle famiglie che intendono assumerli o che hanno già in corso un rapporto di lavoro domestico. Presso il Cinformi si è consolidato negli anni lo sportello informativo e di orientamento per il lavoro domestico accanto agli sportelli che forniscono informazioni e supporto riguardo l’ingresso, il soggiorno e l’accesso ai servizi da parte dei cittadini immigrati e non solo.
Per le persone italiane o immigrate che sono alla ricerca o svolgono il lavoro di assistenza agli anziani – o anche come colf – lo sportello è diventato un punto di riferimento: è possibile avere supporto nella stesura di un curriculum vitae, un elenco di soggetti presso i quali presentarlo, informazioni sulla normativa che disciplina il rapporto di lavoro domestico, sui corsi formativi relativi all’ambito familiare e sui requisiti necessari per l’iscrizione al Registro provinciale degli assistenti familiari.
Le informazioni vengono offerte non solo in italiano ma anche in inglese, visto che al settore del lavoro domestico si avvicinano ultimamente anche migranti richiedenti asilo o che hanno già ottenuto una forma di protezione internazionale. Anche i datori di lavoro domestico vengono al Cinformi per avere informazioni sulle modalità di assunzione degli assistenti familiari, sul contratto di lavoro domestico, sui contributi, ecc..
“Consiglio ai lavoratori e ai datori di lavoro – afferma l’operatrice dello sportello Alexandra Cacuci – di venire a informarsi sui loro diritti e doveri all’inizio del rapporto professionale e non dopo qualche anno di lavoro, come succede talvolta. I chiarimenti servono per evitare malintesi e fraintendimenti che possono avere conseguenze negative sulla qualità delle relazioni”.
I dati
Dall’ultimo Rapporto sull’immigrazione in Trentino realizzato dal Cinformi emerge che una componente rilevante dell’occupazione straniera si riferisce ai servizi domestici e assistenziali, tanto più importante in quanto strettamente connessa con la vita quotidiana delle famiglie e con il benessere delle persone in condizione di fragilità, in primo luogo degli anziani con problemi di non autosufficienza. I dati mostrano in generale una sostanziale stabilità della presenza dei lavoratori nell’ambito domestico e nel 2015 risultano registrate in Trentino poco più di 6mila persone (precisamente 6.162 lavoratori domestici). In due casi su tre i lavoratori dei servizi a domicilio svolgono mansioni di assistente familiare.
A livello nazionale, i dati forniti dalla Fondazione Leone Moressa parlano a fine 2016 di 908.983 assistenti familiari che lavorano in Italia. Secondo l’analisi intitolata “Il valore del lavoro domestico”, realizzata dalla Fondazione Leone Moressa in collaborazione con Domina, l’associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico, le famiglie spendono annualmente circa 7,3 miliardi di euro in retribuzioni e tasse (al netto di vitto e alloggio), consentendo allo Stato un risparmio pari a 6,7 miliardi di euro. Secondo lo studio, se gli anziani fossero ricoverati in una struttura assistenziale il costo medio procapite arriverebbe a quasi 10mila euro l’anno. Si supererebbero così i 17,1 miliardi l’anno di spesa per l’assistenza ad anziani in strutture dedicate. Lo studio della Fondazione Leone Moressa afferma che l’Italia è il Paese nel quale le famiglie ricorrono maggiormente alla scelta di tenere gli anziani in casa. La percentuale degli anziani ricoverati nelle strutture in Italia è dell’1,6%, rispetto alla media europea che si attesta al 5% circa.