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Assistenti familiari straniere

28/09/2009

Le famiglie hanno un bisogno crescente di assistenza e che sia nelle famiglie che nelle stesse assistenti familiari...

Quali sono i bisogni e gli orientamenti delle famiglie trentine nel campo dell'assistenza familiare? C'è richiesta di una specifica formazione per le cosiddette “badanti”? Di qualificazione delle assistenti familiari straniere e dei bisogni delle famiglie trentine si è parlato venerdì 25 settembre presso il Palazzo della Regione a Trento durante la presentazione della ricerca di Nora Lonardi "Apprendere per assistere", cui ha partecipato l'assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e Convivenza. Lo studio è stato realizzato su incarico e con la collaborazione del Centro informativo per l'immigrazione della Provincia autonoma di Trento. "Si tratta - ha detto l'assessore Giovanazzi Beltrami - di una ricerca su una tematica molto importante. Oggi è difficile parlare di bisogni formativi e di qualificazione. Nella cultura dominante, che si basa sul modello dell'acquisto e dell'uso, diventa complesso ragionare sui bisogni delle persone e quindi anche delle badanti che sono persone che fanno un lavoro importante e faticoso. Hanno anche loro bisogno di apprendere ed essere assistite. Il cammino è in salita ma dobbiamo affrontare questo tema perché il bisogno di assistenza domiciliare è in aumento anche in Trentino a causa dell'innalzamento dell'età media della popolazione. Le case di riposo non possono essere l'unica risposta. E' importante quindi fare formazione e informazione a beneficio delle famiglie e delle assistenti domiciliari. E' una cosa utile sia per gli anziani che vengono assistiti che per le persone che si fanno carico di questo importante compito." La ricerca, ha spiegato Nora Lonardi, sociologa di “Res-ricerca e studio”, si è basata sulla somministrazione di un questionario a 85 famiglie trentine. Ne è emerso, anche con il contributo di operatori del settore, che le famiglie hanno un bisogno crescente di assistenza e che sia nelle famiglie che nelle stesse assistenti familiari è cresciuta la consapevolezza del ruolo e della funzione delle badanti. Da un certo spontaneismo degli inizi si è passati quindi ad una maggiore attenzione sia sul piano contrattuale che professionale. I paesi dell'est europeo sono quelli da cui proviene la maggior parte delle badanti. Il fenomeno ha quindi interazioni importanti con quello dei flussi migratori. Medio alto è il loro livello di scolarità e con gli anni è cambiata anche l'età media che oggi vede persone più giovani trasferirsi in Italia con un progetto di vita e di lavoro a lungo termine. Permane però ancora un'area di lavoro sommerso o semi sommerso. Spesso entrambi i soggetti coinvolti, anziano e badante, sono deboli e hanno bisogno l'uno dell'altro. Nel tempo le istituzioni si sono fatte sempre più attente a questo fenomeno, aiutando l'incontro tra domanda e offerta, puntando alla regolarizzazione delle posizioni contrattuali, fornendo informazioni e oggi affrontando anche il tema della qualificazione professionale anche se si tratta ancora di un mercato del lavoro "a bassa soglia", che attualmente non richiede una particolare qualificazione. Le famiglie, secondo la ricerca, manifestano difficoltà a sostenere la formazione delle badanti, cionondimeno sentono la necessità di avvalersi di persone capaci e affidabili. Tra le possibili ipotesi di formazione applicabili alle badanti, è stato detto durante la presentazione dello studio, vi sono quella sul campo, attraverso progetti mirati, o addirittura all'estero per farle arrivare in Italia già formate. La ricerca ha evidenziato inoltre che oltre i due terzi delle persone assistite sono in condizioni di non autosufficienza, con difficoltà motorie o patologie degenerative. La loro età media è elevata, oltre 84 anni. Nell'incontro tra domanda e offerta hanno ancora un grosso ruolo i canali informali, spesso è l'urgenza a caratterizzare il bisogno di assistenza. Le assistenti familiari, secondo la ricerca di Nora Lonardi, risultano quasi totalmente assunte con contratti regolari. Spesso però i monte ore previsti dai contratti non sono sufficienti per rispondere alle esigenze delle famiglie. Lo stipendio medio mensile è di 854,79 euro e, con i contributi e gli altri oneri per le famiglie degli assistiti spesso il costo del servizio è un peso non indifferente. Il turnover in questo ambito lavorativo è molto elevato e spesso è legato a motivi di insoddisfazione delle famiglie o personali da parte delle stesse assistenti che hanno le loro famiglie all'estero, con problemi di ricongiungimento, e che dopo un po' di tempo sentono il peso di un lavoro faticoso fisicamente e psicologicamente. Alla realizzazione della ricerca hanno contribuito, per il Cinformi, le sociologhe Serena Piovesan e Patrizia Gianotti, con la collaborazione della dottoressa Alexandra Cacuci di Promocare per i contatti con le famiglie e con le assistenti familiari.

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Pubblicato il: Martedì, 29 Settembre 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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