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Assindatcolf: “Deducibilità totale sugli assistenti familiari”

03/12/2013

“Rendiamo totalmente deducibili dal reddito del datore di lavoro domestico i contributi previdenziali versati”

“Chiediamo la deducibilità dell’intero costo del lavoro della badante ai fini del calcolo dell’imponibile a condizione della stipula del contratto di lavoro domestico regolare, accompagnato da ferrei controlli e sanzioni per gli eventuali evasori. Il consenso delle badanti richiederebbe la restituzione dei contributi (assegno, più conveniente per lo Stato) anche in assenza dei requisiti per la pensione, rispetto all’attuale corresponsione della pensione ai previsti limiti di età.”
L'appello è di Assindatcolf, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico.
In particolare, Assindatcolf chiede di “rendere totalmente deducibili dal reddito del datore di lavoro i contributi previdenziali versati, senza previsione di alcun massimale, nonché dell’intero costo del lavoro quanto meno per i rapporti che coinvolgono gli addetti all’assistenza (livelli di inquadramento contrattuale BS, CS, DS), tanto più osservando che tali forme di reddito, essendo il datore di lavoro nel 99% dei casi persona fisica, deriva in maggior parte da lavoro o da pensione e quindi già tassato”.
“Il welfare familiare ha una incidenza molto elevata nel nostro Paese – spiega Assindatcolf – e completa in misura determinante l’offerta dei servizi assistenziali pubblici, soprattutto quelli indirizzati alle persone anziane bisognose di assistenza. Se si riconosce valenza sociale a tale fenomeno, non si può negare il dovere dello Stato di sostenere i soggetti che si fanno carico dei costi economici e sociali di tale forma di sostentamento, cioè le famiglie.”

Il lavoro domestico in Italia
L’Italia – fa sapere Assindatcolf – è fra i tre più grandi mercati di lavoro domestico in Europa. Il mercato italiano è costituito da lavoratori immigrati in prevalenza, (il 77,3% del totale) rispetto a quelli italiani (22,7%); donne, l’82,4% del totale, rispetto agli uomini (17,6%); per il 92,8% dei lavoratori il lavoro domestico è l’attività principale. Un mercato che crescerà ancora di più nei prossimi anni: se nel 2001 erano 1.083.000 i lavoratori domestici, già nel 2013 l’offerta ne conta 1.655.000, pari a +53%, con una domanda familiare che, però, ne richiede 2.600.000. E, per il 2030, l’offerta raggiungerebbe quota 2.151,000, con un +98% totale (Dati Censis).

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Pubblicato il: Martedì, 03 Dicembre 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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