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Applausi a Venezia per “Gridami”

11/09/2010

“Gridami” è stato presentato anche al Teatro del Centro culturale Candiani di Mestre

“In questo film abbiamo potuto esprimere la nostra arte perchè abbiamo lavorato in piena libertà intellettuale”. Con queste parole Soheila Mohebi, moglie e assistente del regista afghano Razi Mohebi, ha chiuso la presentazione del film “Gridami”, prodotto dal Centro informativo per l’immigrazione dell’assessorato alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza della Provincia autonoma di Trento e proiettato oggi a Venezia nell’ambito della 67° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
In particolare il film, incentrato sul delicato rapporto fra immigrazione e mondo del lavoro, è stato proposto nella sessione di proiezioni del Premio “Città di Venezia” della Mostra. Nel pomeriggio “Gridami” è stato presentato anche al Teatro del Centro culturale Candiani di Mestre.
Il regista afghano Razi Mohebi attualmente si trova, con la moglie e il figlio, nella condizione di rifugiato in Italia, accolto nel progetto per i richiedenti asilo della Provincia autonoma di Trento. Il Centro informativo per l'immigrazione ha voluto valorizzare il suo talento con l'opera presentata oggi al Lido. “L'uomo è migrante per sua stessa natura – ha detto Razi Mohebi a Venezia – e quando si sposta porta con sé una grande ricchezza culturale. Il rischio è quello di perdere, nelle difficoltà che accompagnano il percorso migratorio, la propria identità. Io spero, attraverso i miei film, di stimolare una riflessione su questo tema e in particolare sul disagio che spesso accompagna chi entra a far parte di una nuova comunità.”
Con “Gridami”, la seconda opera di Mohebi prodotta dal Cinformi, si è ampliato il progetto di comunicazione del Centro informativo per l’immigrazione, uno dei cardini del Piano Convivenza approvato in Trentino dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessorato alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza.
Il regista Razi Mohebi
Dopo aver lungamente vissuto da rifugiato in Pakistan e in Iran, il regista afghano Razi Mohebi ha partecipato da protagonista alla stagione di rinascita culturale vissuta dall’Afghanistan dopo la caduta del regime talebano nel 2001. Ha contribuito alla fondazione della “Kabul film” e collaborato con le maggiori produzioni internazionali: coregista del film “Osama”, ha partecipato anche come attore alla realizzazione della pellicola “Alle cinque della sera”, premio della giuria al Festival di Cannes del 2003. Pur vittima di violenze e minacce, il regista non ha voluto rinunciare alla propria attività e ha fondato la “Razi Film House”, per la quale ha diretto documentari e cortometraggi come “Kite”, condannato dai Talebani e selezionato per i festival di Locarno e Berlino. Già ospite dell’edizione 2007 di Religion Today Filmfestival, oggi Razi vive a Trento con la famiglia nella condizione di rifugiato politico. È coprotagonista del cortometraggio “Solo Silenzio” realizzato nell’ambito del workshop “Make! Your story” promosso da Cooperativa Kinè in collaborazione con ZeLig Scuola di Documentario di Bolzano e Format Centro Audiovisivi della Provincia Autonoma di Trento. Nel 2009 Razi ha diretto il mediometraggio “Reame del nulla”, incentrato sul problema della ricerca della casa da parte dei cittadini stranieri e prodotto dal Centro informativo per l'immigrazione dell'assessorato alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza della Provincia autonoma di Trento.

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Pubblicato il: Domenica, 12 Settembre 2010 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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