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Ambiti di intervento politiche di integrazione

02/08/2007

Individuati dalla Giunta provinciale di Trento i criteri per l’assegnazione dei contributi per le attività relative all’immigrazione per l’anno 2008...

Individuati dalla Giunta provinciale di Trento i criteri per l’assegnazione dei contributi per le attività relative all’immigrazione per l’anno 2008.

Per quanto riguarda le famiglie, l’orientamento dell’esecutivo provinciale di Trento è di sostenere a livello locale azioni di accompagnamento, sia di tipo informativo che di tipo psico-sociale sul versante delle famiglie straniere.

A questo proposito, gli ambiti di intervento individuati sono:

  1. attività a sostegno dei partner (sia maschi che femmine) affinché comprendano cosa comporta il ricongiungimento, sia nelle fasi “critiche” del progetto che nell’attivazione del ricongiungimento e nella sua concreta realizzazione;
  2. azioni finalizzate alla consulenza psico-sociale per fronteggiare le possibili sfide conseguenti alla necessità di muoversi in un nuovo contesto e di affrontare nuove responsabilità genitoriali derivate dalla migrazione;
  3. azioni informative circa i diritti e i doveri della famiglia ricongiunta e attività di orientamento all’uso dei servizi e delle risorse del territorio locale.

Per quanto riguarda i minori, nella definizione dei criteri si è partiti dalla constatazione che i giovani immigrati spesso si trovano a cavallo tra la cultura dei genitori e quella del Paese di accoglienza.

Gli ambiti di intervento individuati sono:

  1. implementazione dei centri di aggregazione territoriali, aperti ad adolescenti e giovani immigrati ed italiani nell’orario post-scolastico, aventi l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale e rafforzare una positiva percezione di sé e della propria identità culturale, in particolare attraverso la proposta di riferimenti positivi appartenenti al mondo dell’immigrazione;
  2. attività a supporto della scuola con l’obiettivo di evitare il rafforzamento di meccanismi di trasmissione degli svantaggi dalla prima alla seconda generazione.

Sul versante femminile, poiché le donne si trovano spesso ad affrontare l’isolamento, la mancanza di informazioni e la difficoltà ad orientarsi nella vita sociale italiana, gli ambiti di intervento individuati sono:

  1. prevedere presso i centri per le famiglie dei momenti dedicati alle donne immigrate, in cui vengano offerte risposte ai problemi di solitudine e di isolamento delle madri, mettendo a disposizione delle stesse un luogo dove sia possibile affidare ad altre i bambini più piccoli, concedendo così qualche ora a se stesse.

Per i soli comuni e altri enti pubblici oltre agli ambiti di cui sopra la Giunta provinciale di Trento ha individuato altri ambiti a essi riservati.

Per quanto riguarda la generalità dei cittadini, nella definizione dei criteri si è partiti dalla constatazione che la conoscenza della lingua e della cultura italiana rappresenta un passaggio essenziale per garantire un positivo processo di integrazione del cittadino straniero nella comunità di accoglienza. Gli ambiti di intervento individuati quindi sono:

  1. favorire l’apprendimento della lingua italiana per sviluppare relazioni positive e di reciproca conoscenza nella comunità locale, prevedendo anche momenti di formazione alla cittadinanza, dedicati ai valori costituzionali e alle forme istituzionali e politico-giuridiche nella convivenza societaria italiana, promuovendo così l’apprendimento e discussione comuni relativamente alle basi dei diritti e doveri e alle istituzioni centrali del sistema in cui ci si trova a vivere.

Per quanto riguarda gli operatori, vista la dinamicità e la complessità delle caratteristiche dei flussi migratori vengono considerati cruciali da una parte servizi il più possibile flessibili e semplificati nel loro funzionamento, secondo una logica di rete e di flessibilità mentale e organizzativa, dall’altra contributi formativi sistematici e continuativi.

Gli ambiti di intervento individuati quindi sono:

  1. organizzare azioni formative dedicate alla riqualificazione per operatori dei servizi già dislocati sul territorio, per facilitare tra gli operatori stessi la comprensione di punti di vista diversi e nuovi bisogni che si affacciano sulla società e con l’obiettivo di attrezzare gli operatori con strumenti interpretativi adeguati e dunque di indurre i servizi a dedicare sufficiente attenzione allo studio delle singole situazioni e alle specificità degli immigrati, onde evitare l’adozione “automatica” delle pratiche finora seguite per i casi italiani;
  2. creare uno spazio all’interno dei servizi che affronti non solo i bisogni materiali degli immigrati, ma che sia capace di creare un clima di confidenza e far emergere problematiche più profonde e dunque sia in grado di rispondere a bisogni di sostegno psicologico e di socializzazione;
  3. promuovere l’organizzazione di corsi di formazione, ispirati a criteri di convivenza in una società multiculturale e di prevenzione di comportamenti discriminatori, xenofobi o razzisti, destinati anche ad operatori pubblici e privati che hanno rapporti abituali con stranieri o che esercitano competenze rilevanti in materia di immigrazione.
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Pubblicato il: Martedì, 21 Agosto 2007 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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