22/01/2008
Un’iniziativa per favorire l’incontro e la relazione tra culture diverse viene promossa dal Comprensorio di Primiero.Alla scoperta dell'altro
Un’iniziativa per favorire l’incontro e la relazione tra culture diverse viene promossa dal Comprensorio di Primiero. L’iniziativa, che ha la collaborazione del Cinformi, prevede incontri pubblici e l’organizzazione di alcuni focus groups per individuare i nodi critici legati alla convivenza. Non sono tanti i cittadini immigrati che risiedono nella valle del Primiero, ma gli amministratori del Comprensorio C2 credono opportuno attivarsi per una loro migliore integrazione, avviando delle specifiche iniziative. Una di queste è partita recentemente. Si tratta di un percorso di informazione, sensibilizzazione e riflessione sull’immigrazione e la convivenza tra cittadini stranieri e locali; si inquadra in un progetto più ampio denominato “Le Reti” e ha coinvolto anche il Cinformi, il Centro informativo per l’immigrazione della Provincia autonoma di Trento. Intitolata “Alla scoperta dell’altro: la relazione tra culture”, l’iniziativa è partita il 18 gennaio scorso con un incontro pubblico durante il quale la sociologa Serena Piovesan ricercatrice del Cinformi ha presentato alcuni dati sulla presenza degli stranieri in Trentino, con particolare attenzione alla situazione del Primiero. L’incontro, cui hanno partecipato non solo il presidente del Comprensorio e gli amministratori dei principali Comuni del Primiero ma anche una quarantina di “primierotti”, è stato animato tra l’altro dalla proiezione di alcune storie di vita di cittadini immigrati e da numerose domande del pubblico cui hanno risposto gli esperti di Associaoni e del Cinformi. Un secondo incontro è in programma l’8 febbraio prossimo: affronterà da un lato gli aspetti burocratici legati al soggiorno degli immigrati (permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, ecc.) e dall’altro aspetti di relazione nei diversi contesti della vita, ovvero scuola, famiglia, ambiente di lavoro, tempo libero, ecc. A questi primi incontri si dovranno aggiungere alcuni focus groups ai quali verranno invitati rappresentanti delle diverse realtà presenti sul territorio, con l’obiettivo di sondare la percezione dell’immigrazione da parte della comunità del Primiero. Sulla base dei risultati e delle impressioni raccolti nella prima fase di analisi dei bisogni, verrà progettata la seconda fase dell’iniziativa, alla quale potranno partecipare anche gli operatori coinvolti nella gestione dello sportello informativo del Comprensorio. La seconda fase verrà dedicata infatti alla formazione specifica dei soggetti individuati nella prima (in primis le scuole) nonché al sostegno e all’implementazione dello sportello informativo “Le Reti”. Secondo il rapporto sull’immigrazione in Trentino curato dal Cinformi, alla fine del 2006 si registravano 328 immigrati residenti nel Comprensorio di Primiero. La maggioranza è di nazionalità moldava, seguita da quell’albanese e romena. Altre presenze numericamente minori di immigrati sono quelle di ucraini, tunisini e macedoni. Ma a queste presenze c’è da aggiungere il numero considerevole dei lavoratori stagionali, che costituiscono la principale manodopera per il settore turistico, il più importante dell’economia del Primiero. Il presidente del Comprensorio di Primiero, Cristiano Trotter, ha affermato che “tutto il territorio trentino ha bisogno della presenza degli immigrati, il Primiero in particolare. E’ vero che gli immigrati costituiscono soprattutto forza lavoro, ma rappresentano anche un fattore di popolamento delle valli trentine e di arricchimento culturale”. Riguardo all’integrazione degli immigrati nel Primiero, Cristiano Trotter ha detto che “questo è un aspetto abbastanza particolare, nel senso che la valutazione sull’integrazione degli immigrati da noi, così come nelle altre zone, deriva soprattutto dalla percezione che i cittadini locali hanno degli immigrati. Non esistono dei dati oggettivi riguardo il grado di accettazione, di integrazione delle popolazioni che vengono da noi, ma si può dire che nella nostra valle non ci sono stati dei fenomeni di conflitto, di contrasto così evidenti rispetto ad altre parti d’Italia”. “Tutte le politiche di accoglienza che il Primiero mette in atto – ha sottolineato Trotter – sono quelle che si sono attivate in tutto il Trentino, ovvero l’accoglienza dei giovani immigrati nelle scuole, un’attenzione particolare dei servizi sociali verso le famiglie, il supporto nell’apprendimento della lingua italiana. Un progetto particolare può essere quello delle “Reti” che prevedono l’apertura di uno sportello dove il cittadino potrà avere tutte le informazioni sui servizi del territorio di cui ha bisogno”.