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4,2 milioni di apolidi nel mondo

02/09/2021

Compie 60 anni la Convenzione ONU del 1961 sull’apolidia

“Garantire il diritto ad una nazionalità e sradicare l’apolidia è fattibile e più urgente che mai”. È quanto afferma l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, in occasione del 60° anniversario dell’adozione della Convenzione ONU del 1961 sulla riduzione dell’apolidia. A livello globale, 4,2 milioni di persone sono apolidi ma il vero numero di persone non riconosciute come cittadini da nessun paese è probabilmente molto più alto, date le lacune nella raccolta dei dati.
La Convenzione del 1961 è il principale trattato internazionale concepito per prevenire e ridurre l’apolidia. Se applicata da tutti gli Stati, aiuterebbe a garantire che nessun bambino nasca senza una nazionalità. Alla fine di agosto 2021, 77 Stati hanno aderito alla Convenzione del 1961, con un’accelerazione delle adesioni nell’ultimo decennio.
“Nel corso del 2021, l’UNHCR sta esortando tutti gli Stati che non l’hanno ancora fatto ad aderire alla Convenzione del 1961 sulla riduzione dell’apolidia, a incorporare le garanzie della Convenzione nelle loro leggi sulla cittadinanza e a garantire il diritto di ogni persona a una nazionalità”, afferma Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. L’adesione alla Convenzione del 1961 è una delle dieci azioni del Piano d’azione globale per porre fine all’apolidia. Il Piano fornisce un quadro per gli Stati per raggiungere gli obiettivi della Campagna #IBelong, lanciata dall’UNHCR e dai partner nel 2014 per porre fine all’apolidia entro 10 anni.
 
Nota dell’UNHCR

Convenzione ONU del 1954 e 1961 sull’apolidia

Piano d’azione globale

Campagna #Ibelong

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Pubblicato il: Giovedì, 02 Settembre 2021 - Ultima modifica: Martedì, 21 Settembre 2021

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