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Unhcr: “Ingressi chiusi, migrazioni più rischiose”

03/03/2017

Secondo l'Agenzia Onu l’assenza di canali d’accesso sicuri comporta rischi enormi per i migranti

Sono oltre 181mila le persone arrivate in Italia via mare nel 2016, delle quali il 90% su imbarcazioni partite dalla Libia. Oltre alle persone giunte per chiedere protezione internazionale, fra i migranti vi sono anche vittime di tratta e persone in cerca di opportunità economiche. La maggior parte dei migranti sono originari della Nigeria (21%) e dell’Eritrea (11%). Nel 2016 sono stati inoltre registrati oltre 25mila minori non accompagnati, il 14% di tutti gli arrivi registrati in Italia nel 2016, numero più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Il numero di morti avvenute nel Mediterraneo nel 2016 è il più alto mai registrato. Dei 5.022 rifugiati e migranti morti o dispersi in mare nel 2016, il 90% era lungo la rotta via mare per l’Italia, con una media di una persona ogni 40 che hanno intrapreso la traversata.
I dati emergono da un nuovo rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Lo studio analizza l’impatto delle maggiori restrizioni alle frontiere introdotte nel 2016 sugli spostamenti di rifugiati e migranti verso e all’interno dell’Europa. Il rapporto mostra come, in assenza di canali legali d’accesso all’Europa, le persone continuino a spostarsi intraprendendo, però, viaggi ancora più pericolosi lungo rotte sempre più diversificate, spesso affidandosi ai trafficanti.
Nel rapporto si spiega che a seguito della “chiusura” della rotta dei Balcani occidentali e dell’accordo UE-Turchia del marzo 2016 è drasticamente diminuito il numero di persone che arrivano in Grecia lungo la rotta del Mediterraneo orientale. La rotta del Mediterraneo centrale, dal Nord Africa all’Italia, da allora è divenuta il primo punto di accesso all’Europa. Il rapporto, inoltre, mostra che negli ultimi mesi del 2016 sono aumentate le persone che hanno raggiunto l’Europa lungo la rotta del Mediterraneo occidentale, effettuando la traversata a partire dal Marocco e dall’Algeria o entrando nelle enclave spagnole di Melilla e Ceuta.
Nonostante il numero sia diminuito, a partire da aprile, continuano ad esservi rifugiati e migranti – afferma l'Unhcr – che si spostano lungo la rotta dei Balcani occidentali. La maggior parte di queste persone s’imbarca dalla Turchia per raggiungere la Grecia via mare, ma altre attraversano le frontiere terrestri di Grecia e Bulgaria o raggiungono Cipro via mare. Le persone che hanno intrapreso questa rotta sono, secondo l'Agenzia Onu, per la maggior parte persone bisognose di protezione internazionale. Nel 2016, l’87% delle persone arrivate in Grecia proveniva dai dieci maggiori Paesi “produttori” di rifugiati al mondo.
In conclusione, per l’Unhcr il rapporto mostra chiaramente che l’assenza di canali d’accesso sicuri porta rifugiati e migranti, inclusi coloro che intendono ricongiungersi con le proprie famiglie, ad affrontare rischi enormi nel tentativo di raggiungere l’Europa.

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Pubblicato il: Giovedì, 02 Marzo 2017 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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