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Trentino, immigrazione allo specchio

19/11/2009

L’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente in provincia di Trento è dell’8,2%, a fronte di una media nazionale del 6,5%

Possiamo “fare a meno degli immigrati”? La risposta è no. E’ stato il professor Maurizio Ambrosini, fra i curatori del Rapporto 2009 sull'immigrazione in Trentino, a rispondere a questa domanda che dava il titolo al suo intervento di stamane. Nonostante la crisi economica internazionale, in Trentino, come nel resto d'Italia, non c'è stato un “ritorno” della comunità autoctona verso i lavori che vengono svolti in gran parte dai cittadini immigrati. E non è nemmeno prevedibile un ritorno al Paese d'origine da parte degli stranieri attualmente presenti in Trentino e più in generale in Italia. Queste sono solo alcune delle tante indicazioni che emergono dal Rapporto realizzato dal Centro informativo per l'immigrazione della Provincia autonoma di Trento, curato da Maurizio Ambrosini, Paolo Boccagni e Serena Piovesan e presentato stamane a Trento, presso la Facoltà di Economia. Lo studio, giunto all’ottava edizione, presenta i risultati di un’attività di ricerca che da anni si propone con rigore scientifico di fare chiarezza sull’evoluzione della stabilizzazione della popolazione immigrata sul territorio trentino e su specifici temi socialmente rilevanti. Intervenendo alla presentazione, l'assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, ha sottolineato l'importanza di questo strumento che consente di far emergere sia gli aspetti positivi che le eventuali criticità sulle quali intervenire. E' fondamentale – ha affermato l'assessore Giovanazzi Beltrami – conoscere i dati reali, offrire alla comunità il quadro corretto del fenomeno migratorio per fornire validi strumenti conoscitivi al di là di quelle che sono le singole posizioni personali. Stamane sono intervenuti in qualità di relatori Marco Martiniello (Centre d'Etudes de l'Ethnicité et des Migrations - Università di Liegi), Pietro Pinto (Comitato Scientifico Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes), Maurizio Ambrosini (curatore del Rapporto - Università di Milano), Paolo Boccagni (curatore del Rapporto - Università di Trento). Di seguito una sintesi del Rapporto 2009 sull'immigrazione in Trentino.

La presenza immigrata in provincia di Trento Sono 42.577 i cittadini stranieri residenti in Trentino alla fine dell’anno 2008, il 12% in più rispetto all’anno precedente. L’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente in provincia di Trento è dell’8,2%, a fronte di una media nazionale del 6,5% e di una media del Nord-est del 9,1%. Il bilancio demografico degli stranieri in Trentino nel 2008 si è arricchito, tra l’altro, di circa 850 nuovi nati e si è impoverito per l’acquisizione della cittadinanza italiana di circa 900 stranieri. Nell’insieme il saldo migratorio è ampiamente positivo, anche per effetto dei ricongiungimenti familiari, della mobilità interna e dei nuovi ingressi per lavoro. La popolazione straniera in Trentino è assai più giovane di quella autoctona, con una quota di minorenni che mediamente sfiora il 25% del totale. L’età media della popolazione straniera è di 30 anni, mentre quella della popolazione trentina è di 43. Due stranieri su tre in Trentino provengono dal continente europeo. Le presenze dall’Africa sfiorano la quota del 20%, mentre il peso relativo dell’immigrazione di provenienza asiatica e latinoamericana è pari, rispettivamente, all’8,5% e al 7% circa. Riguardo i paesi di provenienza, al primo posto si trova la Romania con oltre 7mila presenze, seguita dall'Albania con circa 6.400, Marocco (circa 4.500), Macedonia (circa 3.000), Serbia e Montenegro (2.250) e Ucraina (1.900 circa). Mentre tra i migranti europei le donne sopravanzano gli uomini, soprattutto per quanto riguarda i paesi “neocomunitari”, nelle altre macroaree di provenienza è piuttosto netta la prevalenza maschile. Un'eccezione è rappresentata dall’America latina, caratterizzata da un’emigrazione a larga predominanza femminile. Più della metà degli stranieri vive nei comprensori di Trento e di Rovereto. I “picchi” delle presenze straniere non riguardano soltanto la Valle dell’Adige e la Vallagarina, ma anche la Valle di Non e l’Alto Garda e Ledro.

Le motivazioni del soggiorno Oltre la metà dei permessi di soggiorno rinnovati o rilasciati dalla Questura di Trento nel corso del 2008 riguarda motivi di lavoro, a fronte di una quota appena più bassa legata a motivi familiari (40% circa). L’incidenza dei permessi per motivi di studio è del 6% e per protezione umanitaria del 3%. Oltre la metà delle 1.200 richieste di ricongiungimento familiare è stata effettuata nel 2008 da tre gruppi nazionali soltanto: Albania, Moldova, Marocco. Il maggior numero di carte di soggiorno è stato invece rilasciato a cittadini immigrati di nazionalità di più antico insediamento, ovvero l'albanese e la marocchina, la macedone e la serbo-montenegrina.

La cittadinanza economica Si stima che nel 2008 siano circa 18mila i cittadini stranieri occupati, quasi 2.000 in più rispetto al 2007, che equivale ad un incremento del 12,4%, un valore particolarmente significativo in un anno già segnato dalla recessione. Il tasso di occupazione risulta pari al 64,4%, mentre quello di disoccupazione, superiore a quello della popolazione italiana, è del 9,1%, con un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,2%. Gli immigrati maschi sono occupati soprattutto nel settore delle costruzioni, nell’industria di trasformazione e nei trasporti. Le donne invece si concentrano nel settore dei servizi alla persona, della sanità, dei servizi alle imprese (pulizie) e dell’industria alberghiera. L’80% dei lavoratori stranieri è classificato come operaio, l’8% svolge un lavoro autonomo e un altro 6,7% lavora come impiegato o quadro. Dal raffronto tra le assunzioni di immigrati e quelle complessive emerge che il numero dei lavoratori stranieri sul complesso degli assunti non solo non è diminuito, ma ha conosciuto un lieve incremento (+0,5%) rispetto al 2007. Ciò vuol dire che la sostituzione degli italiani nei posti di lavoro passati agli immigrati nell’ultimo decennio non è avvenuta, almeno finora. In agricoltura, in particolare, tre assunti su quattro sono stranieri, con un leggero incremento rispetto allo scorso anno (+1,0%). Nei servizi privati la quota degli immigrati cresce leggermente e si avvia a rappresentare un quarto del totale. L’industria è l’unico settore in cui si registra un modesto calo (-0,3%), ma i cittadini stranieri continuano a fornire più di un terzo degli assunti. I primi dati del 2009 ci mostrano però un arretramento dei valori relativi alla partecipazione degli immigrati e una certa difficoltà da parte loro a rientrare nel mercato del lavoro regolare, con un aumento della quota di persone prive di occupazione.

Il lavoro autonomo: tra rifugio e ricerca di promozione Lo sbocco principale delle aspirazioni di miglioramento sociale dei migranti è rappresentato dal passaggio al lavoro autonomo. Al 31 luglio 2009 i titolari d’impresa sono poco più di 2.200, di cui 1.772 cittadini non comunitari e 471 comunitari. Si confermano inoltre le principali specializzazioni per nazionalità: marocchini concentrati nel commercio, romeni, albanesi, serbi, macedoni, tunisini nelle costruzioni, cinesi nel commercio e in minor misura nella ristorazione, pakistani ancora nel commercio.

Alunni stranieri nelle scuole trentine In circa un decennio, gli studenti stranieri sono passati dalle 1.355 unità dell’anno scolastico 1998/1999 alle 7.876 presenze dell’anno scolastico 2008/2009, andando a rappresentare ormai il 9,8% del totale della popolazione scolastica. L’incremento annuale è del 7,9%, ovvero 575 iscritti in più rispetto all’anno scolastico precedente. Gli alunni stranieri sono concentrati in particolare nelle scuole elementari, seguite dalle medie e dalle materne. All’ultimo posto vi sono gli istituti superiori. Negli istituti professionali, gli studenti con cittadinanza non italiana hanno rappresentato il 15,2% del totale, negli istituti tecnici il 7,3%, nei licei e nelle scuole magistrali soltanto il 4,8%.

Condizioni abitative e accesso al mercato immobiliare La pressione più forte sul mercato abitativo investe un numero di territori relativamente circoscritto (anche se fortemente popolato): Trento e Rovereto con i rispettivi comprensori e poi Alta Valsugana e Alto Garda e Ledro. Su questi quattro comprensori si registra, per quanto riguarda i cittadini non comunitari, poco meno del 90% delle domande di edilizia pubblica ammesse a graduatoria nel corso del 2008. Il grosso delle domande rilevate nel 2008 è riconducibile a richieste di contributo integrativo su alloggio privato (83% delle domande idonee; valore che, per quanto riguarda i cittadini comunitari, scende al 71%).

I matrimoni misti I matrimoni misti celebrati nel corso del 2008 – con almeno uno dei coniugi residente in provincia – sono stati circa 300. Si tratta del 16,6% delle unioni matrimoniali celebrate in provincia. La maggior parte dei matrimoni “misti” – oltre tre casi su quattro – si traduce in unioni coniugali tra un uomo italiano e una donna straniera. Per quanto riguarda, infine, i gruppi nazionali più coinvolti, tra le spose straniere c’è una prevalenza relativa di romene, brasiliane e moldave. Nelle fila degli sposi stranieri, invece, le collettività maggiormente rappresentate sono quelle degli immigrati albanesi, marocchini e tunisini.

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Pubblicato il: Giovedì, 19 Novembre 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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