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Tratta, linee guida per i media

15/10/2007

Condividere la definizione di tratta degli esseri umani e di vittima di tratta...

Condividere la definizione di tratta degli esseri umani e di vittima di tratta; superare la confusione fra il fenomeno tratta, con le sue diverse tipologie – per sfruttamento sessuale, lavorativo – e fenomeni quali l’immigrazione clandestina, la prostituzione, il lavoro non regolato, reati di vario genere; mettere in evidenza gli stereotipi e le false credenze che vengono generati da queste ambiguità e che pesano sulle vittime della tratta come un marchio sociale anche quando queste riescono ad uscire dalla situazione di sfruttamento.

Sono questi gli obiettivi delle "Linee guida per il trattamento dell’informazione in tema di tratta di esseri umani" elaborate dal progetto Equal Tratta No! di informazione sociale sulla tratta in partnership con l’Ordine dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa, il Segretariato sociale RAI, il Dipartimento per i Diritti e le Pari opportunità della Presidenza del consiglio dei ministri e l’Associazione italiana per il consiglio dei Comuni e Regioni d’Europa.

L’iniziativa si inserisce nella campagna nazionale denominata "Tratta No!...ora lo sai".

All’origine v’è la consapevolezza che il settore dell’informazione ed i mezzi di comunicazione di massa sono centrali nel consolidare e modificare opinioni, atteggiamenti e modelli sociali e che quindi senza un’alleanza forte con i media non è possibile stimolare processi efficaci di cambiamento culturale.

In particolare, le Linee guida pongono l’accento sulla centralità del linguaggio, ovvero sulla necessità di cambiare le parole della tratta sui giornali, alla TV, alla radio, sul web, per mettere in luce i confini di un fenomeno così complesso come la tratta di persone. Non riconoscerli porta ad utilizzare come sinonimi termini che indicano fenomeni diversi.

Il ministero dell’Interno ha trasmesso le Linee guida con una circolare a tutte le prefetture con la "raccomandazione a divulgarle nell’ambito dei Consigli territoriali per l’immigrazione al fine di sostenere lo sviluppo di atteggiamenti e modelli sociali che promuovano la formazione di una società aperta e cosciente".

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Pubblicato il: Giovedì, 18 Ottobre 2007 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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