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Scuola, 842mila alunni non italiani

23/07/2019

Sono il 9,7% della popolazione scolastica; oltre metà di loro sono nati in Italia

842mila studenti, pari al 9,7% della popolazione scolastica. Sono i principali numeri che descrivono la presenza dei giovani con cittadinanza non italiana nelle scuole di ogni ordine e grado nell’anno scolastico 2017/2018 in Italia. Rispetto all’anno scolastico precedente, sono aumentati sia in numero assoluto (+16mila), sia per incidenza sul totale (+0,3%).
I dati arrivano dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con il report “Gli alunni con cittadinanza non italiana A.S. 2017/2018”. Emerge una presenza in progressiva stabilizzazione: nel decennio 2008/2009 – 2017/2018, gli alunni non italiani sono aumentati complessivamente del 33,7% (+212 mila unità), mentre nel decennio precedente la crescita aveva raggiunto il picco di oltre il 500% (+500 mila unità).
L’incidenza maggiore si registra nella scuola primaria (308 mila alunni, l’11,2% degli iscritti), e d’infanzia (165 mila, 11,1%); seguono la secondaria di I grado (174 mila, 10%) e la secondaria di II grado (195 mila, 7,3%). Quanto alla distribuzione tra i diversi ordini, il 36,6% degli alunni non italiani frequenta la primaria, il 23,2% la secondaria di II grado, il 20,7% la secondaria di I grado e il 19,6% la scuola d’infanzia.
La classifica delle cittadinanze d’origine ricalca quella delle comunità straniere più numerose in Italia, con in testa Romania (18,8% degli alunni), Albania (13,6%), Marocco (12,3%) e Cina (6,3%). Il report sottolinea anche che il 63% degli studenti con cittadinanza non italiana è rappresentato da bambini e ragazzi nati in Italia: un’incidenza in crescita costante negli anni, legata ai percorsi di stabilizzazione dei genitori.
La Lombardia, con 213mila alunni non italiani, circa un quarto del totale, guida la classifica delle regioni, seguita da Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte.
Il divario tra i ritardi scolastici degli studenti italiani e di quelli con background migratorio restano notevoli. Nell’A.S. 2017/2018 gli italiani in ritardo sono il 9,6%, contro il 30,7% dei non italiani, con la distanza massima registrata alla secondaria di II grado: 20,0% contro 58,2%. “Il ritardo degli studenti con cittadinanza non italiana – spiega il Miur – è spesso conseguente a inserimenti in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica. A ciò si aggiungono lungo il percorso i ritardi dovuti alle non ammissioni e ripetenze”.

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Pubblicato il: Martedì, 23 Luglio 2019 - Ultima modifica: Mercoledì, 24 Luglio 2019

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