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Rifugiati, le proposte dell’UE

10/09/2015

Il pacchetto di proposte intende aiutare gli Stati membri dell'UE e i paesi limitrofi

In base all'Agenda europea sulla migrazione dello scorso maggio, la Commissione europea ha presentato il 9 settembre 2015 un pacchetto complessivo di proposte volte ad aiutare gli Stati membri dell'UE e i paesi limitrofi ad affrontare la crisi dei rifugiati e le ragioni profonde che spingono a cercar rifugio in Europa.
1. Ricollocazione di emergenza di 120 000 rifugiati da Grecia, Italia e Ungheria
La Commissione propone di ricollocare 120 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale dall'Italia (15 600), dalla Grecia (50 400) e dall'Ungheria (54 000). La ricollocazione segue una chiave di distribuzione obbligatoria fondata su criteri obiettivi e quantificabili (40% per il volume della popolazione, 40% per il PIL, 10% per la media delle domande di asilo presentate in passato, 10% per il tasso di disoccupazione) e si applicherebbe ai richiedenti cittadini di paesi che hanno una percentuale di riconoscimento medio a livello dell'UE pari o superiore al 75%. Questa nuova proposta si somma alla proposta della Commissione del maggio scorso di ricollocare 40 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale dall'Italia e dalla Grecia verso altri Stati membri dell'UE; in totale si arriverebbe a un numero di 160 000 persone. La ricollocazione sarà corredata di un sostegno pari a 780 milioni di euro dal bilancio dell'UE agli Stati membri partecipanti, compreso un prefinanziamento del 50% per garantire che le amministrazioni pubbliche a livello nazionale, regionale e locale dispongano dei mezzi per intervenire con grande rapidità.
Ricollocazione di emergenza per Italia, Grecia e Ungheria

  Italia Grecia Ungheria
Austria 473 1529 1638 3640
Belgio 593 1917 2054 4564
Bulgaria 208 672 720 1600
Croazia 138 447 479 1064
Cipro 36 115 123 274
Repubblica ceca 387 1251 1340 2978
Estonia 48 157 168 373
Finlandia 312 1007 1079 2398
Francia 3124 10093 10814 24031
Germania 4088 13206 14149 31443
Lettonia 68 221 237 526
Lituania 101 328 351 780
Lussemburgo 57 185 198 440
Malta 17 56 60 133
Paesi Bassi 938 3030 3246 7214
Polonia 1207 3901 4179 9287
Portogallo 400 1291 1383 3074
Romania 604 1951 2091 4646
Slovacchia 195 631 676 1502
Slovenia 82 265 284 631
Spagna 1941 6271 6719 14931
Svezia 581 1877 2011 4469
TOTALE 15600 50400 54000 120000

Clausola di solidarietà temporanea - Se, per motivi giustificati e obiettivi come, ad esempio, una calamità naturale, uno Stato membro non può temporaneamente partecipare in toto o in parte a una decisione di ricollocazione, sarà tenuto a versare un contributo finanziario al bilancio dell'UE per un importo dello 0,002% del suo PIL. La Commissione europea analizzerà i motivi notificati dal paese e deciderà se ne giustificano la mancata partecipazione al programma per un massimo di 12 mesi. In caso di partecipazione parziale alla ricollocazione, l'importo sarà ridotto in proporzione.

2. Meccanismo permanente di ricollocazione per tutti gli Stati membri
Come indicato nell'Agenda europea sulla migrazione, la Commissione propone un meccanismo di solidarietà strutturato che può attivare in qualsiasi momento per aiutare gli Stati membri dell'UE che si trovassero a affrontare una situazione di crisi e il cui regime di asilo fosse sotto estrema pressione a causa di un afflusso massiccio e sproporzionato di cittadini di paesi terzi. Tali situazioni di emergenza sarebbero in futuro definite dalla Commissione in base al numero delle domande di asilo degli ultimi sei mesi, pro capite, e in base al numero degli attraversamenti irregolari delle frontiere negli ultimi sei mesi. Si applicano gli stessi criteri di distribuzione, obiettivi e verificabili, delle proposte di ricollocazione d'emergenza. Il meccanismo permanente terrà conto dei bisogni, della situazione familiare e delle competenze dei richiedenti asilo. Anche in questo caso si applicherà la clausola di solidarietà temporanea.

3. Elenco europeo comune dei paesi d'origine sicuri
In seguito all'agenda europea sulla migrazione e alle conclusioni del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015, la Commissione europea propone un regolamento inteso a stabilire un elenco europeo comune dei paesi d'origine sicuri. Tale elenco consentirà di trattare più rapidamente le singole domande di asilo dei candidati provenienti da paesi che tutta l'UE considera sicuri e di accelerarne il rimpatrio se la valutazione individuale della domanda conferma che non sussistono le condizioni del diritto all'asilo. In base alle pratiche correnti negli Stati membri e dopo averne discusso con essi, la Commissione propone di inserire l'Albania, la Bosnia-Erzegovina, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, il Kosovo, il Montenegro, la Serbia e la Turchia nell'elenco dell'UE dei paesi d'origine sicuri. Questi paesi soddisfano i criteri comuni della direttiva 2013/32 sulle procedure di asilo secondo i quali un paese può essere considerato sicuro, sono parti dei principali trattati internazionali sui diritti umani e nella maggior parte sono stati designati paesi candidati dal Consiglio europeo, in quanto soddisfano i cosiddetti "criteri di Copenaghen" (che garantiscono la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e la tutela delle minoranze). Altri paesi possono essere aggiunti in futuro, in seguito ad un'accurata valutazione della Commissione europea.

4. Migliorare l'efficacia della politica di rimpatrio
Per migliorare le politiche di rimpatrio degli Stati membri, la Commissione ha elaborato un manuale comune sul rimpatrio e un piano d'azione dell'UE sul rimpatrio. Tale piano definisce le misure immediate e le misure a medio termine che gli Stati membri devono adottare per favorire il rimpatrio volontario, rafforzare l'attuazione della direttiva Rimpatri, migliorare la condivisione delle informazioni, rafforzare il ruolo e il mandato di Frontex nelle operazioni di rimpatrio e creare un regime integrato di gestione dei rimpatri. In parallelo, la Commissione ha adottato un manuale sul rimpatrio che offre alle autorità nazionali competenti istruzioni pratiche per l'esecuzione del rimpatrio dei migranti che non hanno diritto di restare nell'Unione europea. Il manuale sarà lo strumento principale di formazione sulle norme e procedure per gli esperti che applicano la direttiva Rimpatri 2008/115.

5. Comunicazione sulle norme degli appalti pubblici per le misure di sostegno dei rifugiati
Gli Stati membri devono rispondere in modo adeguato e rapido ai bisogni più impellenti dei richiedenti asilo: alloggio, generi di prima necessità, servizi. Vengono date indicazioni alle autorità nazionali, regionali e locali su come fornire tali servizi in modo semplice, veloce ed efficiente nel rispetto della normativa unionale.

6. Affrontare la dimensione esterna della crisi dei rifugiati
La dimensione esterna occupa un posto essenziale negli sforzi profusi per risolvere la crisi. Con rinnovato impegno si sostengono le iniziative diplomatiche che cercano soluzioni politiche ai conflitti in Siria, Iraq e Libia. L'UE presta assistenza alla popolazione in Siria - soprattutto agli sfollati - e sostegno finanziario ai paesi limitrofi che accolgono il maggior numero di rifugiati siriani, come la Giordania, il Libano e la Turchia. Ad oggi sono stati mobilitati 3,9 miliardi di euro a questo scopo. La lotta contro la criminalità organizzata dedita al traffico di migranti è un'altra priorità, segnatamente con l'operazione in mare EUNAVFOR MED. Nell'ambito della cooperazione con i paesi terzi sono inoltre stati firmati complessivamente 17 accordi di riammissione e 7 accordi di partenariato per la mobilità. L'UE intende approfondire il dialogo ad alto livello in corso con i partner fondamentali sul tema della migrazione, ad esempio nei processi di Rabat e Khartoum con i paesi africani, nel processo di Budapest con i paesi dell'Asia orientale e centrale, nella prossima conferenza che si terrà ai primi d'ottobre e nel vertice della Valletta previsto per l'11-12 novembre 2015.

7. Un fondo fiduciario per l'Africa
La Commissione europea ha stanziato 1,8 miliardi di EUR attingendo ai mezzi finanziari dell'UE per istituire un "Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare in Africa", al fine di migliorare la stabilità e affrontare le cause profonde dei flussi di migrazione irregolare nelle regioni del Sahel, del Lago Ciad, del Corno d'Africa e dell'Africa settentrionale. Il fondo sosterrà queste regioni nello sviluppare maggiori opportunità socioeconomiche e migliori politiche di gestione della migrazione. La Commissione europea attende anche dagli Stati membri un contributo attivo, all'altezza delle ambizioni dell'Unione. La Spagna, ad esempio, ha già confermato la propria partecipazione.

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Pubblicato il: Giovedì, 10 Settembre 2015 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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