Vai menu di sezione

Report delle comunità migranti in Italia

01/06/2022

Presenze, lavoro e processi di integrazione delle 16 comunità più numerose

Sono 3.373.876 i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2021, provenienti principalmente da tre continenti: Asia (31%), Africa (30%), Europa non comunitaria (28%). Questo è quanto emerge dai nuovi Rapporti annuali online sulle comunità migranti in Italia curati dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA.
I Rapporti illustrano le caratteristiche e i processi di integrazione di ciascuna delle 16 principali comunità migranti presenti in Italia (albanese, bangladese, cinese, ecuadoriana, egiziana, filippina, indiana, marocchina, moldava, nigeriana, pakistana, peruviana, senegalese, srilankese, tunisina e ucraina).
Il 2020 ha registrato un forte calo delle presenze: le restrizioni alla mobilità delle persone, introdotte per contrastare il diffondersi del virus SARS-COV 2 a livello globale hanno determinato un drastico calo degli ingressi, 106.503 nel 2020, ovvero 70.751 in meno dell’anno precedente, con una flessione pari al 40%.
In riferimento alle caratteristiche socio-demografiche, si registra un equilibrio di genere quasi perfetto (uomini 50,5%, donne 49,5%), con significative differenze tra le comunità.
Elevata la quota di minori tra i cittadini non comunitari: 22,1%, a fronte del 16,2% rilevato sulla popolazione di cittadinanza italiana, ovvero 744.302.
Nel corso del 2020 sono stati 118.513 i cittadini di origine non comunitaria divenuti italiani (il 4% in più rispetto all’anno precedente), originari prevalentemente di Albania e Marocco - che insieme coprono quasi due quinti delle acquisizioni - in ragione della numerosità e del rilevante grado di stabilizzazione delle relative comunità sul territorio.
I Rapporti annuali si concentrano, sia sotto il profilo delle presenze sia del mercato del lavoro, sul percorso di stabilizzazione raggiunto dalle comunità sulla base dei dati del 2020; ciò ha consentito di evidenziare alcuni degli effetti della pandemia e delle restrizioni introdotte per contrastare il diffondersi del virus: se dal punto di vista delle presenze si segnala in particolare una drastica riduzione degli ingressi nel mondo del lavoro l’elemento più evidente è invece una riduzione dell’occupazione a fronte dello scivolamento verso l’inattività di una parte non trascurabile della popolazione non comunitaria, soprattutto per quanto riguarda la componente femminile.

Quaderni di sintesi

Appendice statistica

Studi e statistiche

Il portale del ministero del Lavoro

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Mercoledì, 01 Giugno 2022

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto