18/08/2016
Al vaglio del Governo un disegno di legge che prevede la cancellazione dell’appello contro le decisioni dei TribunaliProtezione internazionale, verso la cancellazione dell’appello
Snellire la procedura di riconoscimento della protezione internazionale, prevedendo la soppressione dell’appello contro la decisione del Tribunale e la sostituzione dell’attuale rito sommario di cognizione, con un procedimento camerale, di regola senza udienza, che consente l’acquisizione da parte dell’autorità giudiziaria della videoregistrazione del colloquio del richiedente davanti alla Commissione. Sono alcune delle novità contenute in uno schema di un disegno di legge al vaglio del Governo, illustrate recentemente dal ministro della Giustizia Andrea Orlando nel corso di un’audizione davanti al Comitato Schengen.
Partendo dai dati relativi alle richieste di protezione internazionale rivolte alle Commissioni amministrative territoriali negli anni 2013-2016, il ministro della Giustizia ha spiegato che “l’incremento delle domande di asilo si è tradotto inevitabilmente in un altrettanto esponenziale aumento del numero delle impugnazioni in sede giurisdizionale. Durante i primi 5 mesi del 2016, nei Tribunali sono stati iscritti ben 15.008 ricorsi in materia di “protezione internazionale”, con un flusso in decisa crescita, con circa 3.500 nuovi ricorsi al mese”. “In proiezione futura – sottolinea il ministro - appare evidente che, se le iscrizioni di nuovi ricorsi manterranno lo stesso passo dei primi mesi del 2016 e, di contro, le definizioni non seguiranno un ritmo corrispondente, ci troveremo di fronte a una materia ad alto accumulo di pendenze. Dai dati forniti, emerge poi come le circa mille decisioni del 2016 presentino una bassissima percentuale di accoglimenti totali. Quanto alla durata dei procedimenti, la media nel 2016 si attesta sui 167 giorni. Siamo, dunque, di fronte a un procedimento relativamente snello se comparato al contenzioso civile, ma più lento se comparato ai riti di volontaria giurisdizione. Per poter fronteggiare una tale situazione, scongiurando l’accumulo di arretrato, si rende indifferibile un ulteriore snellimento della procedura di riconoscimento della protezione internazionale, che consenta ai Tribunali di tenere il passo con le iscrizioni”.
Secondo il ministro della Giustizia, procedure più rapide non mettono in pericolo i diritti. Le garanzie restano comunque salvaguardate, dal momento che la partecipazione dell’interessato all’udienza di convalida del trattenimento è assicurata attraverso un collegamento audiovisivo tra i centri di trattenimento e gli uffici giudiziari competenti. L’attenzione verso la tutela dei diritti costituzionali non può rimanere indietro rispetto alla legittima urgenza delle risposte di controllo. Diritti e sicurezza non sono i capoversi di due soluzioni politiche alternative. Sono vocaboli nati e cresciuti insieme nel patrimonio della civiltà democratica europea e soprattutto nelle fasi più convulse vanno stretti insieme.