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Profugo volontario al “Giocastudiamo” di Canova

20/05/2017

E’ originario della Guinea e orfano di ambedue genitori ma nella sua vita ora c’è speranza

Da ottobre 2016 il centro “Giocastudiamo” di Canova a Gardolo di Trento ha tra i volontari anche un giovane profugo che arriva dalla Guinea. Si chiama Mamoudou, ha 20 anni e presso il centro ha trovato una “famiglia” che realmente non ha mai avuto. Il giovane è stato cresciuto fin da piccolo da estranei. Non ha mai conosciuto la propria madre, mentre il padre lo ha affidato a una famiglia del villaggio dove è rimasto per 5 anni. Ha proseguito poi la propria vita in una scuola coranica, dove ha usufruito di vitto e alloggio per otto anni. Nel 2007 è venuto a sapere che il padre aveva perso la vita nel viaggio su una “carretta del mare” mentre stava attraversando il Mediterraneo per raggiungere la Spagna.
Rimasto solo, senza nessun famigliare, ha cominciato a pensare di lasciare il paese e cercare un posto dove lavorare, assicurarsi il necessario per vivere ed eventualmente crearsi una propria famiglia. Arrivato a questo punto del racconto, Mamoudou cade in un silenzio totale. Riesce solo a dire che il viaggio fatto per arrivare fino in Italia e stato come un sogno; un sogno, però, da dimenticare...
Da un anno e otto mesi è accolto nel progetto per richiedenti asilo della Provincia autonoma di Trento. Prima è stato al Campo della Protezione Civile di Marco di Rovereto e poi è stato trasferito alla residenza Brennero a Trento. Tutti i giorni frequenta i corsi di italiano presso la sede del Cinformi. Fra le varie attività, ha svolto anche un tirocinio partecipando alla vendemmia nella zona di Rovereto.
Al centro “Giocastudiamo” di Canova, dove da ottobre dello scorso anno si reca puntuale ogni giovedì dalle 16.00 alle 18.30, si “mescola” tra i ragazzi, gioca e ride assieme a loro, riuscendo probabilmente a dimenticare di essere solo al mondo. E che Mamoudou si trovi a suo agio in mezzo ai bambini lo confermano le educatrici, felici di averlo come volontario. Questo grazie all’associazione “Carpe Diem” (che ha accettato la proposta del Cinformi) che gestisce il centro per il Comune di Trento. Infatti, Mamodou è solare e sorridente quando parla dei momenti trascorsi tra i ragazzi di varie provenienze che frequentano il centro. Gli piace molto stare con i più giovani, dei quali è diventato quasi amico.
Mamodou ci spiega, più in generale, di trovarsi bene a vivere a Trento, che adora le montagne e andare a camminare, così come giocare a calcio. Vorrebbe costruirsi un futuro in Trentino e fondamentale è stato ricevere un responso positivo da parte della Commissione dello Stato riguardo la sua domanda di protezione internazionale. Un esito della sua richiesta d'asilo che abbiamo appreso proprio da lui qualche giorno dopo la nostra intervista incontrandolo presso la sede del Cinformi. Mamodou ha ricevuto la protezione umanitaria e quindi ha potuto chiedere un permesso di soggiorno della durata di due anni. È raggiante Mamodou: si è tolto un grande peso e ora per lui si aprono le porte di un futuro che ci auguriamo possa essere sereno anche grazie al suo impegno nel renderlo tale.

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Pubblicato il: Lunedì, 15 Maggio 2017 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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