15/09/2017
Il Cinformi della Provincia autonoma di Trento, come ente pubblico proponente, non eroga in alcun caso le borse di tirocinioProfughi e tirocini in Trentino, ecco come funziona
I migranti accolti nel progetto per richiedenti protezione internazionale coordinato dal Cinformi, struttura pubblica della Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione, sul piano operativo, del privato sociale, sono chiamati a rispettare le regole del progetto, tra le quali quella di impegnarsi fin dall’arrivo nella frequenza dei corsi di lingua e cultura italiana. Durante il primo periodo di accoglienza, le persone accolte sono altresì chiamate a partecipare attivamente alla gestione delle strutture di accoglienza nelle quali risiedono e, su base volontaria, a partecipare ad esperienze di volontariato di pubblica utilità.
Perché vengono promossi i tirocini
Il progetto di accoglienza prevede l'organizzazione di incontri formativi in cui vengono spiegate le modalità di accesso al mercato del lavoro e le norme che lo disciplinano. In tale percorso formativo è anche prevista la redazione del curriculum vitae per attivarsi il prima possibile, anche in autonomia, nella ricerca di un impiego.
Per i richiedenti protezione internazionale che si avvicinano al termine temporale del progetto di accoglienza e che hanno raggiunto una minima competenza nella lingua italiana, laddove possibile il Cinformi attiva, secondo criteri stabiliti dalla legge, dei tirocini formativi presso aziende in Trentino.
Quanto durano i tirocini
La durata dei percorsi di tirocinio formativo e di orientamento varia a seconda del progetto di formazione concordato tra il tutor e l’azienda ospitante. I tirocini di norma vengono attivati per un periodo minimo di 4 settimane e prorogati fino ad un massimo di 6 mesi.
Il tirocinio, che non si configura come rapporto di lavoro, si connota per avere una valenza formativa, di orientamento e di socializzazione al lavoro; pertanto è in quest’ambito che viene chiesta la collaborazione delle aziende al fine di delineare un idoneo progetto di inserimento formativo.
Al termine del periodo di tirocinio non è previsto alcun obbligo di assunzione.
Qualora l’azienda voglia integrare il tirocinante all’interno del proprio organico al termine del percorso non sono previsti incentivi all’assunzione specifici per i richiedenti asilo; l’azienda si deve informare presso il proprio consulente del lavoro rispetto all’accesso ad altri eventuali tipi di incentivo.
I costi
La maggior parte dei tirocini per i richiedenti protezione internazionale prevede un primo periodo (per prassi tra le 4 e le 8 settimane) in cui l’azienda può essere esonerata, secondo la legge, dall’obbligo dell'erogazione di una borsa di tirocinio e durante le quali il tirocinante non riceve alcun compenso, in quanto già beneficiario di un sostegno nel sistema di accoglienza. Solo al termine di questo primo periodo, se l’azienda decide di proseguire col tirocinio, è previsto che l’ente ospitante (l’azienda) sia chiamato ad erogare una borsa di tirocinio nei limiti previsti dalla normativa (da un minimo di 70 euro lordi in settimana a un massimo di 600 euro al mese) come riconoscimento dell’impegno del tirocinante che partecipa all’attività lavorativa in regime di full time o part time; in questo caso il Cinformi riduce il contributo economico al richiedente protezione internazionale come stabilito dalla Disciplina di accoglienza approvata dalla Giunta provinciale di Trento. Il Cinformi quindi, come ente proponente, non eroga in alcun caso le borse di tirocinio.
Nella foto di Oscar Frizzi, un migrante impegnato nella lavorazione del ferro e del legno a Sella Giudicarie (TN).