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Primo rapporto sull'immigrazione in Italia

29/04/2008

Sono sempre di più gli immigrati in Italia con lavoro regolare, un contratto d'affitto

Sono sempre di più gli immigrati in Italia con lavoro regolare, un contratto d'affitto e nel 21% dei casi addirittura una casa di proprietà, lo rileva il primo rapporto sull'immigrazione in Italia realizzato dal ministero dell'Interno e presentato oggi a Roma, assieme alla seconda ricerca dell'Osservatorio sociale sulle immigrazioni, realizzata da Makno - Consulting. Dal primo rapporto sull'immigrazione emerge come, in Italia, al 1° gennaio 2007, sia straniero il 5% della popolazione residente. Un dato in crescita, ma inferiore ai principali partner europei. Gli immigrati aumentano nel Centro-Nord, mentre il Sud si conferma luogo di transito. Diminuiscono marocchini, tunisini e filippini a discapito, soprattutto, dei romeni, che anche grazie all'ingresso nell’Unione europea, sono una delle comunità più numerose. Gli stranieri entrano in Italia soprattutto per lavorare e si accontentano di impieghi poco qualificati, operai e artigiani, e a basso reddito. Molto utilizzato è l'istituto del ricongiungimento familiare. In crescita, poi, i bambini nati in Italia da genitori stranieri: nel 2006 sono stati oltre 57mila, con un aumento dell'11% rispetto all'anno precedente. Aumenta anche il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza, di gran lunga superiore rispetto alle donne italiane. E ciò, sottolinea il rapporto, non dipende solo dai comportamenti riproduttivi appresi nel Paese di provenienza, ma anche dal mancato (o errato) utilizzo di metodi anticoncezionali e dalle ristrettezze economiche in cui in molti casi versano. Oltre ai capitoli dedicati alla presenza degli immigrati in Italia e al mercato del lavoro, il rapporto sull’immigrazione fa il punto sul quadro normativo e le politiche locali, sui flussi dei lavoratori dall’estero, le famiglie e i ricongiungimenti, le naturalizzazioni, la fecondità degli stranieri e interruzioni volontarie di gravidanza, le mortalità e le cause di morte (anche quella infantile), la segregazione residenziale, gli immigrati nella stampa nazionale e locale e l’analisi di alcuni indicatori di integrazione sociale ed economica.

Alcuni risultati della ricerca dell'Osservatorio sociale sulle immigrazioni Per quanto riguarda la seconda ricerca dell'Osservatorio sociale sulle immigrazioni, l'indagine ha coinvolto 1.000 cittadini italiani e 1.000 immigrati. Secondo il sondaggio, nel corso dell’ultimo anno la popolazione italiana che prova sentimenti di apertura/disponibilità nei confronti degli immigrati (42%) è stabile, mentre sono raddoppiati i cittadini che manifestano sentimenti di diffidenza (dal 5,9% della precedente rilevazione all'11,3% dell'ultima) l’indifferenza (dal 10,7% al 17,1%). E' l'immigrazione dai Paesi islamici ad apparire più problematica alla maggior parte degli italiani (55%). I problemi specifici segnalati nel sondaggio sono costituiti dall’insofferenza degli islamici nei confronti della religione cattolica (28%), dal loro atteggiamento critico nei confronti della cultura e delle tradizioni italiane (25%) e dal pericolo di attentati terroristici di cellule integraliste (17%). La maggioranza degli italiani ritiene inoltre che gli immigrati siano una risorsa economica per le imprese italiane (57%), che siano utili per l'assistenza agli anziani (68,4%), che la maggioranza degli immigrati sia onesta (51%) mentre sono gli immigrati clandestini (il cui numero è percepito in aumento) a rappresentare un problema per la sicurezza dei cittadini (52%). Su queste basi, aumentano i consensi alla concessione della cittadinanza italiana agli immigrati dopo cinque anni di regolare presenza e previo esame sulla effettiva conoscenza della lingua italiana (59%). Per quanto riguarda gli immigrati intervistati, oltre il 70% esprime soddisfazione nei confronti del proprio lavoro. Il restante 30% scarso è insoddisfatto (12%). I principali motivi di insoddisfazione sono la scarsa remunerazione e la mancanza di sicurezza di continuità (entrambi con il 46%), seguiti dal fatto che si tratta di un lavoro faticoso (37%) e senza un regolare contratto (34%). Il 77% degli immigrati esprime una valutazione positiva sulla propria permanenza in Italia. Crescono, tuttavia, quelli che pensano di tornare al proprio Paese d'origine appena possono (dal 22,4% al 26%). La maggioranza (58%) appare potenzialmente interessata a chiedere la cittadinanza italiana, mentre il 15%-20% appare completamente disinteressato. Anche la maggioranza relativa degli immigrati non islamici (44,5%) ritiene che l'immigrazione dai Paesi islamici ponga più problemi delle immigrazioni originate da altri Paesi. Inoltre, quasi il 50% degli immigrati cristiani e di altre religioni è contraria al fatto che gli islamici possano costruire moschee in Italia: una percentuale notevolmente più elevata di quella registrata tra gli italiani (31%). Per gli immigrati islamici intervistati, i principali problemi che incontrano gli islamici in Italia sono la difficoltà di rispettare le proprie pratiche religiose (40%), il rischio di perdere i valori della propria cultura (30%), la difficoltà di trovare cibi rispettosi della cultura e tradizioni del proprio paese (28%) ed il fatto che in Italia c'é troppa libertà (22%). Il 23% degli immigrati islamici afferma, invece, di non trovare alcuna difficoltà in Italia e, anzi, di trovarcisi bene.

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Pubblicato il: Giovedì, 07 Agosto 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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