Vai menu di sezione

Presentazione Rapporto Immigrazione in Trentino

07/02/2014

La stabilità e la “normalità” delle presenze straniere sono al centro dell’analisi della dodicesima edizione dello studio

Una fotografia a 360° del fenomeno migratorio in Trentino. È questo, in estrema sintesi, il Rapporto sull’immigrazione 2013 del Cinformi curato dai sociologi Maurizio Ambrosini, Paolo Boccagni e Serena Piovesan. Lo studio verrà presentato giovedì 27 febbraio 2014. L’appuntamento è in programma a partire dalle ore 9 (registrazione ore 8.30) presso la Facoltà di Economia a Trento, Sala Conferenze. Interverranno la professoressa Franca Bimbi, docente di Sociologia e Politica Sociale all’Università di Padova e l’avvocato Alberto Guariso, docente presso l’università di Brescia in diritto antidiscriminatorio e presidente dell’associazione di volontariato “Avvocati per niente”.
L’immigrazione, cui è dedicata questa dodicesima edizione del Rapporto trentino, è sempre meno un processo esterno, che arriva da fuori, che ci è del tutto estraneo. Sempre di più questa espressione indica invece, in mancanza di soluzioni lessicali migliori, uno stato di cose consolidato, ovvero la stabilizzazione di un insieme ampio e differenziato di presenze di cittadini provenienti da altri paesi, diversi dagli autoctoni per status giuridico e (per lo più) per condizioni di vita, ma prevalentemente orientati alla permanenza di lungo periodo e, specie per le seconde generazioni, all’identificazione con la società ricevente e i suoi stili di vita. È uno stato di cose non privo di criticità e ambivalenze, che oggi fa parlare di sé molto meno che in passato, anche per la compresenza di trasformazioni ben più cariche di effetti negativi, non solo immediati, come quelle generate dalla crisi economica. La stabilità e la “normalità” delle presenze straniere sono quindi una delle categorie sulle quali insiste di più il Rapporto di quest’anno. A questo si affianca, però, il riconoscimento del tributo particolarmente alto pagato dagli stranieri agli effetti della crisi, la loro maggiore vulnerabilità sociale, economica ed educativa, nonché i rischi di etnicizzazione delle disuguaglianze che si prospettano nei prossimi decenni (e per la prossima generazione) anche in un contesto locale ricco e da sempre ritenuto ad alto “potenziale di integrazione”, come quello trentino.

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Lunedì, 10 Febbraio 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto