23/06/2014
I dati sono contenuti nel rapporto annuale dell’Unhcr “Global Trends”Oltre 50 milioni di migranti forzati nel mondo
Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra mondiale il numero di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in tutto il mondo ha superato il livello di 50 milioni di persone. Alla fine del 2013 si contavano 51,2 milioni di migranti forzati, ben sei milioni in più rispetto ai 45,2 milioni del 2012. I dati sono riportati nel rapporto annuale dell'Unhcr, l'Agenzia Onu per i rifugiati, intitolato “Global Trends”, che si basa su dati raccolti da governi, organizzazioni non governative partner dell’Agenzia e dallo stesso Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Secondo il rapporto, l’aumento massiccio di migranti forzati è principalmente dovuto alla guerra in Siria, che alla fine dello scorso anno aveva già costretto 2,5 milioni di persone a diventare rifugiati e altri 6,5 milioni a diventare sfollati interni. Anche in Africa si è assistito a nuovi casi gravi di esodo forzato, in particolare nella Repubblica Centrafricana e, verso la fine del 2013, anche in Sud Sudan.
“Siamo testimoni dei costi immensi che derivano da guerre interminabili, dal fatto di non riuscire a risolvere o prevenire i conflitti”, affermano i rappresentanti dell’Unhcr; “la pace è oggi pericolosamente difficile da raggiungere. Il personale umanitario può costituire un palliativo, ma le soluzioni politiche sono di vitale importanza. Senza di queste, i livelli preoccupanti raggiunti dai conflitti e le sofferenze di massa, che si riflettono in queste cifre – sostiene l'Agenzia – sono destinati a continuare”. L'Unhcr sottolinea inoltre che “la comunità internazionale deve superare le proprie divergenze e trovare soluzioni ai conflitti che colpiscono oggi il Sud Sudan, la Siria, la Repubblica Centrafricana e altri Paesi.
I dati del rapporto
I dati relativi alle migrazioni forzate contenuti nel rapporto “Global Trends” riguardano tre diversi gruppi: i rifugiati, i richiedenti asilo e gli sfollati interni. Il numero relativo ai rifugiati ammonta a 16,7 milioni di persone a livello globale. Complessivamente, gli afghani, i siriani e i somali – che insieme rappresentano oltre la metà del totale dei rifugiati a livello mondiale – costituiscono le nazionalità maggiormente rappresentate tra le persone delle quali l'Unhcr si prende cura. Intanto Paesi come il Pakistan, l’Iran e il Libano hanno ospitato un maggior numero di rifugiati rispetto ad altri Stati. Se si guarda alle diverse regioni, l'Asia e il Pacifico hanno ospitato il maggior numero di rifugiati, complessivamente 3,5 milioni di persone. L’Africa sub-sahariana ha accolto 2,9 milioni di persone, mentre il Medio Oriente e il Nord Africa hanno visto arrivare sui loro territori 2,6 milioni di migranti forzati.
Oltre ai rifugiati il 2013 ha visto 1,1 milioni di persone presentare domanda di asilo, la maggior parte dei quali nei paesi sviluppati: nel 2013 la Germania è diventato il paese con il più elevato numero di nuove domande di asilo. Un numero record di 25.300 domande di asilo sono state presentate da minori di cui bambini che sono stati separati dai genitori o minori stranieri non accompagnati. I cittadini siriani hanno presentato 64.300 domande, più di qualsiasi altra nazionalità, seguiti dai richiedenti asilo provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (60.400) e da Myanmar (57.400).
Gli sfollati interni – ovvero quelle persone che sono costrette ad abbandonare le loro case, ma che rimangono comunque all’interno nel proprio paese – hanno raggiunto la cifra record di 33,3 milioni di persone, rappresentando l’incremento più elevato rispetto a ogni altro gruppo di cui si parla nel rapporto “Global Trends”. Per l’Unhcr ed altri attori umanitari, aiutare queste persone rappresenta una sfida particolare dal momento che molti di essi si trovano in zone di conflitto, in cui è davvero difficile portare loro gli aiuti e dove mancano norme di protezione internazionale in favore dei rifugiati.
La popolazione mondiale di persone apolidi non è compresa nella cifra di 51,2 milioni di migranti forzati (in quanto la condizione di apolide non è necessariamente correlata a quella di migrante forzato). L’apolidia resta difficile da quantificare con precisione, sia per le difficoltà intrinseche che i governi e l'Unhcr hanno nel registrare le persone che non hanno la cittadinanza e la relativa documentazione, sia perché alcuni paesi non raccolgono dati sulle persone che non considerano come loro cittadini. Per il 2013, gli uffici dell'Unhcr in tutto il mondo hanno registrato circa 3,5 milioni di persone apolidi, tuttavia si stima che questa cifra sia circa un terzo del numero di apolidi a livello globale.