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No all'arresto per il reato di clandestinità

29/04/2011

Secondo i giudici la norma italiana è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri

La norma italiana che prevede l'arresto per il reato di clandestinità è stata bocciata dalla Corte di giustizia della Ue. Secondo la Corte, infatti, la norma è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri.
I giudici Ue hanno esaminato il caso di un algerino condannato l'anno scorso ad un anno di reclusione dal tribunale di Trento per non aver rispettato un ordine di espulsione. La Corte Ue sostiene che una sanzione penale come quella prevista dalla legislazione italiana può compromettere la realizzazione dell'obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali. Gli stati membri, aggiungono tra l'altro i giudici, non possono introdurre, al fine di ovviare all'insuccesso delle misure coercitive adottate per procedere all'allontanamento coattivo, una pena detentiva, come quella prevista dalla normativa nazionale in discussione, solo perchè un cittadino di un paese terzo, dopo che gli è stato notificato un ordine di lasciare il territorio nazionale e il termine impartito con tale ordine è scaduto, permane in maniera irregolare su detto territorio.

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Pubblicato il: Venerdì, 29 Aprile 2011 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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