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Migrazioni forzate nel mondo, record nel 2016

21/06/2017

Pubblicato il rapporto “Global Trends” dell'Agenzia Onu per i rifugiati

Il fenomeno delle migrazioni forzate causate da guerra, violenze e persecuzioni in tutto il mondo ha raggiunto nel 2016 il livello più alto mai registrato. Lo afferma il rapporto “Global Trends” dell'Unhcr, la principale indagine sui flussi migratori a livello mondiale condotta dall'Agenzia Onu per i rifugiati. Alla fine del 2016, le persone costrette ad abbandonare le proprie case in tutto il mondo sono 65,6 milioni, circa 300.000 in più rispetto all’anno precedente; persone che necessitano di protezione. In media, nel mondo, una persona ogni 113 è costretta ad abbandonare la propria casa. Nel 2016 sono stati 10,3 milioni i nuovi migranti forzati; circa due terzi di loro (6,9 milioni) sono fuggiti all’interno dei confini nazionali. Ciò significa che nel mondo ogni 3 secondi una persona è costretta ad abbandonare la propria casa.
In tutto il mondo, alla fine del 2016 la maggior parte dei rifugiati – l’84 per cento – si trovava in Paesi a basso o medio reddito, con una persona su tre (per un totale di 4,9 milioni) ospitata nei Paesi meno sviluppati. La Siria è ancora il Paese con il numero più alto di persone in fuga: 12 milioni di individui (quasi due terzi della popolazione) sfollati interni al Paese o fuggiti all’estero come rifugiati o richiedenti asilo. Lasciando da parte la situazione dei palestinesi rifugiati di lunga data, colombiani (7,7 milioni) e afghani (4,7 milioni) rappresentano anche quest’anno, rispettivamente, la seconda e la terza popolazione di rifugiati più vasta, seguiti da iracheni (4,2 milioni) e sud sudanesi (il cui numero ha raggiunto i 3,3 milioni alla fine dell’anno, seguendo un tasso di incremento maggiore rispetto a qualsiasi altra popolazione del mondo).
I bambini costituiscono la metà dei rifugiati del mondo; nel 2016 le richieste di asilo presentate da bambini non accompagnati o separati dai loro genitori sono state 75.000.
L’Unhcr inoltre stima che, alla fine del 2016, almeno 10 milioni di persone risultavano prive di nazionalità o a rischio apolidia. Tuttavia, i dati raccolti dai governi e comunicati all’Unhcr riferivano soltanto di 3,2 milioni di persone senza nazionalità in 75 Paesi.

Il totale di 65,6 milioni di migranti forzati è costituito da tre componenti principali. La prima è il numero dei rifugiati a livello mondiale che, attestandosi a 22,5 milioni, rappresenta il più alto mai registrato. Di questi, 17,2 milioni ricadono sotto il mandato dell’Unhcr, mentre i rimanenti sono rifugiati palestinesi sotto il mandato dell’organizzazione “sorella” Unrwa. Il conflitto in Siria rimane la principale causa di origine di rifugiati (5,5 milioni), ma nel 2016 il principale “nuovo” elemento è stato il Sud Sudan, dove l'interruzione del processo di pace ha contribuito alla fuga di 739.900 persone alla fine dell’anno (diventate, ad oggi, 1,87 milioni).
La seconda componente è rappresentata dalle persone sfollate all’interno del proprio Paese, il cui numero si è attestato a 40,3 milioni alla fine del 2016 (rispetto ai 40,8 milioni dello scorso anno). Gli spostamenti forzati all’interno di Siria, Iraq e Colombia sono stati i più significativi, sebbene tale problema sia presente ovunque e rappresenti quasi i due terzi delle migrazioni forzate a livello globale.
La terza componente sono i richiedenti asilo, persone fuggite dal proprio Paese e attualmente alla ricerca di protezione internazionale come rifugiati. Alla fine del 2016, il numero di richiedenti asilo a livello mondiale è stato di 2,8 milioni.

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Pubblicato il: Martedì, 20 Giugno 2017 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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