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Lotta alla tratta, intesa Consiglio/Parlamento europeo

25/01/2024

Previste norme più ampie e più severe

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto (23/1/2024) un accordo provvisorio per aggiungere il matrimonio forzato, l'adozione illegale e la maternità surrogata tra le forme di sfruttamento coperte dalla legge anti-tratta dell'UE. L’aggiornamento della direttiva sulla prevenzione e la lotta alla tratta di esseri umani richiederà inoltre ai Paesi membri di garantire che le persone che approfittano consapevolmente delle vittime della tratta possano essere sanzionate. Altri emendamenti riguardano il rafforzamento del sostegno e dell'assistenza alle vittime nonché misure di prevenzione.
Il Consiglio e il Parlamento UE hanno inoltre deciso di inserire nella legge una nuova circostanza aggravante per tenere conto dell'effetto amplificativo che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione possono avere sulla tratta. Verranno rafforzate anche le sanzioni contro le persone giuridiche, come le società ritenute responsabili di reati di tratta.
L'accordo provvisorio sarà sottoposto per conferma ai rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio (Coreper). Dovrà inoltre essere adottato formalmente da entrambe le istituzioni.

Lo scenario
Nel 2011 l’UE ha adottato una direttiva sulla prevenzione e la lotta alla tratta di esseri umani e sulla protezione delle vittime di questo crimine. Si tratta di uno strumento chiave in quanto stabilisce norme minime relative alla definizione (a livello nazionale) dei reati e delle sanzioni. Comprende inoltre norme a livello dell’UE per rafforzare la prevenzione e la protezione delle vittime.
Secondo i dati della Commissione Europea, lo sfruttamento sessuale e lavorativo sono le principali finalità della tratta di esseri umani. Tuttavia, l’accattonaggio o il prelievo di organi – già esplicitamente menzionati nella direttiva del 2011 – e il matrimonio forzato e l’adozione illegale – che non sono esplicitamente menzionati – rappresentano ora l’11% di tutte le vittime nell’UE nel 2020.

Nota del Consiglio europeo

Nota del Parlamento europeo

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Pubblicato il: Giovedì, 25 Gennaio 2024

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