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La scuola "aperta”

03/08/2015

Fra gli obiettivi anche la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace e il dialogo tra le culture

Lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica, la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture. Questi alcuni degli obiettivi di una scuola “aperta” previsti dalla Legge 13 luglio 2015, n. 107: “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”. La legge è in vigore dal 16 luglio 2015 e mira ad “affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza, prevenire e recuperare l'abbandono e la dispersione scolastica” e a rendere la scuola sempre più “aperta” al territorio, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà locali, facendone un “laboratorio permanente di partecipazione ed educazione alla cittadinanza attiva”. Un altro obiettivo di una scuola “aperta” è quello della valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese.
Per quanto riguarda l’ambito dell’educazione/apprendimento, fra gli obiettivi prioritari individuati dalla norma vi sono la valorizzazione e il potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano, all’inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content language integrated learning (CLIL) e l’alfabetizzazione e il perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori interculturali.
Il testo approvato prevede anche un monitoraggio, da parte del MIUR, dell’offerta formativa e dell’ampliamento delle attività svolte dei Centri per l’istruzione degli adulti (Centri EDA) e mirate anche a favorire la conoscenza della lingua italiana da parte dei cittadini stranieri.
Nel campo che riguarda la “Transizione scuola-lavoro”, la riforma scolastica mira alla definizione di un sistema di orientamento basato anche su un maggiore coinvolgimento degli studenti. Inoltre le attività e i progetti di orientamento scolastico nonché di accesso al lavoro sono sviluppati con modalità idonee a sostenere anche le eventuali difficoltà degli studenti di origine straniera

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Pubblicato il: Martedì, 04 Agosto 2015 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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