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"L’inarrestabile crescita delle imprese immigrate"

13/03/2024

Presentato a Roma il nuovo Rapporto Immigrazione e Imprenditoria

L’Unione europea, con 37,5 milioni di residenti stranieri, si conferma destinazione per migranti internazionali, portatori di una vasta gamma di talenti e competenze sui quali spesso poggiano interessanti aspirazioni imprenditoriali. 
Nel periodo 2011-2022, mentre le imprese gestite da italiani hanno conosciuto una flessione del 5,0%, quelle condotte da migranti hanno registrato un aumento di ben il 42,7%.
È quanto emerso il 12 marzo dalla presentazione, presso la Rappresentanza del Parlamento Europeo a Roma, del nuovo “Rapporto Immigrazione e Imprenditoria” curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione con CNA.

Le imprese gestite da stranieri - ha sottolineato Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS - non solo contribuiscono in modo significativo alla crescita economica dell’Ue ma arricchiscono anche il tessuto sociale e culturale del continente, fungendo in molti casi da “ponti transnazionali” tra Paesi di arrivo e di origine, consentendo così fruttuosi scambi e intrecci interculturali.
Tuttavia, nonostante il notevole potenziale imprenditoriale presente nella variegata popolazione immigrata dell’Ue, l’assenza di misure di sostegno mirate e la conseguente permanenza di ostacoli di natura giuridica, culturale e linguistica frenano il pieno sviluppo dell’imprenditorialità di origine straniera. La loro costante crescita, mai interrotta neppure in anni di crisi globale, si intreccia infatti con una persistente fragilità strutturale, che reclama una maggiore attenzione da parte dei decisori politici.

Sebbene le imprese a gestione immigrata siano presenti su tutto il territorio italiano, influenzando l’economia in modo trasversale, la loro maggiore concentrazione si osserva nelle regioni centro-settentrionali (77,3%), con la Lombardia e il Lazio che emergono come principali epicentri di queste strutture imprenditoriali, contando rispettivamente 124mila e 81mila imprese.
Il 79,1% dei titolari di imprese immigrate è di origine non comunitaria, con una marcata predominanza di marocchini (60mila), romeni (52mila) e cinesi (51mila) e l’età media degli imprenditori immigrati è di meno di 50 anni per il 75,8%, contro il 55,4% degli italiani.
Le donne immigrate, il cui protagonismo tra gli imprenditori stranieri appare in crescita, incidono tuttavia ancora per il 24,6% del totale e le attività da loro condotte si concentrano principalmente nei servizi, evidenziando una tendenza verso una diversificazione dei settori economici anche tra i gruppi nazionali di immigrati.
Le ditte individuali dominano il panorama imprenditoriale tra gli immigrati, costituendo quasi i tre quarti (480mila, pari al 74,1%) di tutte le attività da loro gestite. Tuttavia, nel corso degli anni si è notato un continuo consolidamento della struttura imprenditoriale a guida alloctona, con un progressivo aumento delle società di capitale (119mila, il 18,4%).

Concordando con quanto emerge dall’analisi socio-statistica del Rapporto, il vicepresidente di CNA nazionale Marco Vicentini, ha sottolineato come risulti essenziale accelerare il quadro normativo esistente per facilitare l’accesso degli immigrati ai visti lavorativi in Italia e nell’intera Europa, eliminando gli ostacoli burocratici e semplificando le procedure; ha evidenziato inoltre la necessità di istituire un ente, sia pubblico sia privato, dedicato specificamente a supportare gli investimenti imprenditoriali da parte degli immigrati. Questa entità avrà l’obiettivo di agevolare l’ingresso e l’espansione delle imprese immigrate nel mercato, garantendo loro un ambiente favorevole.

Scheda di sintesi

Sito Idos

Notizia di Cinformi

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Pubblicato il: Mercoledì, 13 Marzo 2024 - Ultima modifica: Giovedì, 14 Marzo 2024

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