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L'identità dei giovani immigrati

08/04/2011

Più della metà degli adolescenti stranieri afferma di venire percepito dagli altri come un italiano

Gli adolescenti di origine immigrata in Italia condividono in gran parte lo stile di vita italiano e sentono forte il bisogno di essere riconosciuti ed accettati dalla società italiana. Lo rileva una ricerca dal titolo “Le seconde generazioni e il problema dell'identità culturale: conflitto culturale o generazionale?” presentata nei giorni scorsi al Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. La ricerca è stata condotta su un campione di 751 adolescenti, di cui 414 di origine straniera e 337 di cittadinanza italiana. Poco meno della metà dei ragazzi stranieri è nato in Italia, mentre gli altri sono arrivati in Italia nei primi anni di vita. La maggior parte delle famiglie dei ragazzi immigrati – afferma il Cnel – ha storie di migrazioni distinte tra i genitori, storie quindi di ricongiungimenti familiari, fatte di separazioni più o meno lunghe e tanto più dolorose quanto più forzate. La grandissima parte di queste famiglie mantiene ancora un rapporto con i familiari rimasti nel paese d’origine, motivo per cui poco più della metà dei giovani stranieri, nonostante sia nata e cresciuta in Italia, pensa che un giorno la sua famiglia tornerà in patria. Secondo l’opinione degli adolescenti immigrati, le loro famiglie rispettano la società italiana molto più di quanto non lo facciano quelle dei ragazzi italiani. Quasi il 65% degli adolescenti stranieri considera inoltre la propria famiglia come una “risorsa per l’integrazione”. La ricerca evidenza poi che i giovani immigrati di seconda generazione non si differenzino così marcatamente dai ragazzi italiani nei gusti e nelle scelte. Più della metà degli adolescenti stranieri afferma di venire percepito dagli altri come un italiano, circa il 30% pensa di esser visto come uno straniero, mentre la rimanenza sostiene che dipende dalle circostanze. Riguardo all’integrazione scolastica, i ragazzi immigrati hanno dichiarato che le difficoltà incontrate all’inizio diminuiscono con il passare degli anni. Riguardo al settore occupazionale, solo un quinto afferma di aver subito discriminazioni sul posto di lavoro, mentre la maggioranza ha dei buoni rapporti con i colleghi e non ha avuto grandi difficoltà nel trovare un lavoro adeguato alle proprie competenze. Pochi sono, però, i ragazzi stranieri che pensano di fare l’università. Rispetto alla loro partecipazione sociale, la ricerca rileva che l’impegno dei giovani immigrati è scarso ma non appare molto diverso da quello dei ragazzi italiani.

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Pubblicato il: Venerdì, 08 Aprile 2011 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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