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“L'EUROPA ESORTA L'ITALIA A NON DISCRIMINARE I ROM”

10/07/2008

Il Parlamento europeo esorta le autorità italiane ad astenersi dal raccogliere le impronte digitali dei rom.

Il Parlamento europeo esorta le autorità italiane ad astenersi dal raccogliere le impronte digitali dei rom. E il ministro dell’Interno Maroni si dichiara "indignato" per il voto dell'Europarlamento "che è basato su tre falsità". L’Europarlamento ha adottato, con 336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni, una specifica risoluzione. Entrando nel dettaglio, con il documento l’assemblea esorta le autorità italiane “ad astenersi – dice una nota ufficiale – dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori, e dall’utilizzare le impronte digitali già raccolte, in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione”. Ritiene infatti che ciò “costituirebbe chiaramente – continua la nota – un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l’origine etnica, vietato dall'articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e per di più un atto di discriminazione tra i cittadini dell’Ue di origine rom o nomadi e gli altri cittadini, ai quali non viene richiesto di sottoporsi a tali procedure”. Più in particolare, i deputati ritengono “inammissibile” che, con l'obiettivo di proteggere i bambini, questi ultimi “vedano i propri diritti fondamentali violati e vengano criminalizzati”. Condividono inoltre – prosegue la nota dell’Europarlamento – la posizione della Commissione, secondo cui questi atti costituirebbero una violazione del divieto di discriminazione diretta e indiretta, prevista dalla direttiva Ue n. 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, sancito dal trattato. Il Parlamento invita inoltre la Commissione “a valutare approfonditamente le misure legislative ed esecutive adottate dal governo italiano per verificarne la compatibilità con i trattati dell’Ue e il diritto dell’Ue”. Vladimír Špidla, Commissario europeo per l'Occupazione, gli Affari sociali e le Pari opportunità, ha chiuso il dibattito sostenendo che la rilevazione delle impronte digitali viola la legislazione europea che prevede regole molte restrittive al riguardo. Sottolineando la complessità del dibattito, ha affermato che informerà il Parlamento degli ultimi sviluppi in materia dopo aver parlato con il collega Barrot. Il ministro dell’Interno italiano Maroni si dichiara "indignato" per il voto dell'Europarlamento. "La risoluzione - ha spiegato Maroni - è basata su tre presupposti falsi, riconosciuti come falsi e nonostante questo posti alla base della risoluzione. La prima falsità - ha spiegato - è che noi, al contrario di quanto si afferma nella risoluzione, non abbiamo mai parlato, in nessun documento, di etnia rom, ma di campi nomadi abusivi. La seconda falsità - ha proseguito il ministro - è il fatto che l'Unicef si sarebbe schierata contro le misure del governo italiano. L'Unicef italiana si è invece detta disposta a collaborare, dopo che mi ha incontrato, ai piani di scolarizzazione per i minori previsti dalle nostre ordinanze. La terza falsità si riferisce al fatto che la Commissione ha detto all'Europarlamento di non votare la risoluzione perchè c'era bisogno di ulteriori approfondimenti, e cioè il contrario di quanto affermato dal Parlamento europeo. Chi vive nei campi nomadi - ha osservato Maroni - sa infatti che il censimento è un modo per dare identità e quindi diritti. Con il censimento dei campi nomadi a Milano, Roma e Napoli, il governo italiano vuole ridare dignità alle migliaia di 'bambini ombra' che vi abitano, quelli che sono sfruttati sessualmente, quei bambini che non si vedono, che sono venduti e sfruttati da genitori che non si possono definire come tali".

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Pubblicato il: Lunedì, 25 Agosto 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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