19/04/2012
L'assessore Beltrami: “Una spinta in avanti alla nostra solidarietà internazionale e alla collaborazione fra Trentino e Africa”“L'Africa in Trentino”, i lavori del Forum
L'Africa è giunta oggi in Trentino, con gli ambasciatori dei paesi nei quali più forte è l'impegno sul fronte della solidarietà internazionale. Il Forum organizzato dalla Provincia autonoma di Trento, a cui hanno preso parte i rappresentanti delle associazioni trentine che lavorano nel Continente, si è tenuto al castello del Buonconsiglio, alla presenza dell'assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e dell'arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan. Il presidente Lorenzo Dellai aveva incontrato invece gli ambasciatori africani in Italia nella serata di ieri, portando il saluto delle istituzioni trentine e trasmettendo il calore con cui la popolazione da sempre affianca l'Africa con piccole ma significative iniziative di cooperazione allo sviluppo, che mirano a rompere le catene della dipendenza e a promuovere il benessere sociale ed economico anche nei contesti più difficili, con progetti che vanno dalla sanità al microcredito, dallo sviluppo agricolo all'istruzione. Da tutti gli ambasciatori è giunto un sincero "grazie" al Trentino per l'impegno nei confronti dell'Africa, e per le modalità con cui esso si realizza, definite in più occasioni come "esemplari". Nel corso della mattinata, moderata dal capo ufficio stampa della Provincia Giampaolo Pedrotti, gli ospiti hanno presentato un'Africa per certi nuova, lontana dagli stereotipi, che pur affrontando ancora molti problemi e pur combattendo quotidianamente la sua battaglia contro la povertà, presenta in molti casi condizioni di forte stabilità politica e tassi di crescita economica del 5-10 per cento, che aprono opportunità crescenti agli investitori stranieri. Nel pomeriggio, lavori di gruppo fra gli ambasciatori e le associazioni trentine, per rafforzare collaborazioni e partnership.
"Non un incontro di immagine ma di lavoro - ha detto l'assessore Beltrami - per dare una spinta in avanti alla nostra solidarietà internazionale, ai tanti rapporti di collaborazione e di amicizia fra Trentino e Africa. Mai come nei momenti di crisi, quale è quello che stiamo attraversando, è necessario reagire alla rassegnazione e al cinismo, e rilanciare i valori più importanti, quei valori che hanno sostenuto il Trentino negli anni della povertà e dell'emigrazione: fare assieme, mettere le cose in comune, avere fiducia gli uni degli altri. Ed è con la fiducia che siamo arrivati all'incontro di oggi, dopo un cammino di quattro anni fatto con le associazioni, per mettere il Trentino in rete con il mondo, per accrescere la formazione, per dare continuità ai progetti che realizziamo, per coinvolgere nuovi soggetti. Abbiamo capito che un passaggio importante dev'essere il rapporto con le amministrazioni dei paesi interessati, ed è è questo che ci ha spinto ad organizzare il forum di oggi. L'opportunità che offriamo ai partecipanti è quella di incontrarsi, conoscersi, confrontarsi. Per i volontari, i cooperanti e i missionari trentini, ma anche per tutta la popolazione, questa iniziativa consente di approfondire la conoscenza con un'Africa nuova, l'Africa della cultura, del pensiero, della speranza, dell'intraprendenza, un'Africa che oggi, pur fra i tanti problemi che deve affrontare, ha fiducia nel futuro, nel cambiamento." L'assessore ha anche salutato un gruppo di studenti trentini in partenza per il Senegal, per un viaggio di conoscenza dal quale torneranno certamente cambiati, "riportando in Trentino le loro preziose esperienze."
Monsignor Bressan ha ripercorso l'epopea delle centinaia di missionari trentini in Africa, fra cui anche quattro vescovi, due dei quali tutt'ora attivi, in Uganda e Sud Africa. "Ci sono oggi missionari in 40 paesi africani-ha detto - sostenuti dai gruppi parrocchiali qui in Trentino, che realizzano raccolte fondi e altre iniziative. La Chiesa e i gruppi privati sostengono queste attività con circa due milioni di euro. Ma il nostro compito non si ferma qui. Il primo per noi è educare le persone ed educarle soprattutto alla solidarietà. Oggi noi vediamo il risultato di questo lavoro, e siamo contenti che le istituzioni civili siano attivamente impegnate nello stesso sforzo. Un altro nostro dovere è quello di apprendere, dall'Africa: il senso della comunità, lo stare assieme, lo spirito della vita. Il mondo è uno, la terra è una, dobbiamo imparare a viverla come cittadini del mondo."
Gli interventi degli ambasciatori
Hanno quindi preso la parola gli ambasciatori, invitati, a presentare in brevissima sintesi i loro paesi.
Ha aperto la serie degli interventi l'ambasciatrice del Benin Marie Rosemonde Maoussi Deffon Yakoubou. Il Benin è un paese francofono dell'Africa occidentale, che dopo l'indipendenza ha attraversato, al pari di altri, una di forte instabilità politica prima di imboccare, dal 1990, la strada della democrazia. Oggi il Benin, paese che appartiene al gruppo dei più poveri del mondo, sta però migliorando le sue condizioni economiche e sociali e attrae investitori dall'esterno grazie a condizioni che si stanno facendo via via sempre più interessanti.
E' seguito l'ambasciatore Rénovat Ndayirukiye per il il Burundi, paese della regione dei Grandi Laghi, che attraversa oggi una fase di riconciliazione nazionale e di democratizzazione dopo anni di crisi. Il Burundi non ha risorse minerarie particolari rispetto ai vicini, come la Repubblica democratica del Congo. Un aiuto molto importante al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione arriva dalla solidarietà internazionale e dai missionari. L'impegno degli italiani in questi campi è stato definito "esemplare". Fra le principali necessità, lo sviluppo di progetti nei campi dell'energia e della formazione.
Quindi l'ambasciatrice Evelyn Anita Stokes-Hayford per il Ghana, primo paese dell'Africa subsahariana ad ottenere l'indipendenza, che può presentare oggi al mondo credenziali democratiche "impeccabili" e attrae investitori dall'estero, in settori che vanno dalle infrastrutture, all'agricoltura, all'immobiliare. La Banca mondiale ha recentemente dichiarato il Ghana "il paese che oggi sta crescendo più velocemente dopo il Qatar". Solidi i rapporti fra Ghana e Trentino, che l'ambasciatrice ha solennemente ringraziato, soprattutto per le iniziative realizzate nel campo della formazione medico-sanitaria (in particolare per la cura dell'idrocefalo, patologia molto diffusa in Africa) e dello sviluppo agricolo. Molto altro si potrà fare in futuro.
A seguire Josephine Wangari Gaita che ha presentato il Kenya, conosciuto per le sue straordinarie bellezze turistiche, che però non esauriscono la sua complessità. Dopo i ringraziamenti al Trentino per i progetti che realizza nel paese, che aprono spazi importanti di autosviluppo e quindi di libertà dal bisogno, specie nelle aree più remote, l'ambasciatrice ha parlato di un'Africa che presenta oggi anche vantaggi competitivi notevoli: la crescita delle partnership pubblico-private, l'apertura agli investimenti esteri, nuovi assetti amministrativi. Il Kenya, tra l'altro ha da poco ha abbracciato il sistema federale (da cui all'interesse per l'Autonomia del Trentino). L'auspicio è che i rapporti, sul versante della solidarietà ma anche dell'interscambio economico e istituzionale, si consolidino; il Governo del Kenya è pronto a fare la sua parte.
Ha preso la parola Carla Elisa Luis Mucavi per presentare il Mozambico, paese con il quale il Trentino ha stretto rapporti solidi e di lungo periodo, con le sue istituzioni, i suoi missionari, l'università e anche con uno dei principali progetti di cooperazione decentrata avviati in Africa, nel distretto di Caia. Uscito dalla guerra civile nel '92, il Mozambico vive da vent'anni in pace (grazie anche al Governo italiano e al trentino Mario Raffaelli, all'epoca sottosegretario agli Esteri, ha ricordato l'ambasciatrice). Ciò ha aperto nuove possibilità di sviluppo e di interscambio. Le priorità vengono date all'istruzione, all'agricoltura, alla lotta alla povertà. Dall'ambasciatrice un riconoscimento inoltre alle politiche di accoglienza degli immigrati realizzate in Trentino e all'apertura dell'università di Trento, dove hanno studiato molti studenti africani.
Ha quindi preso la parola il rappresentante del popolo Sahrawi Omar Mih, che aspira dagli anni '70 all'indipendenza (attraverso l'indizione di un referendum) e che è attualmente disperso in paesi diversi, fra cui il sud dell'Algeria, in zone desertiche, dove è possibile vivere solo grazie agli aiuti umanitari. Il Trentino è stata definita una provincia molto amica, che realizza interventi importanti sia nel settore dell'acqua che dell'educazione e che ospita d'estate - quando nel Sahara la temperatura arriva a toccare i 60 gradi - numerosi gruppi di bambini provenienti dai campi profughi.
Il forum si è poi spostato con Papa Cheick Saadibout Fallin in Senegal, paese aperto, che ha realizzato il decentramento politico-amministrativo dal '95 e che ha appena chiuso positivamente la tornata elettorale per le presidenziali. Vero melting-pot culturale e religioso, il Senegal è stato retto, dopo l'indipendenza, da un presidente cristiano (uno dei più famosi leader africani di quella stagione), pur essendo la gran parte della popolazione di religione musulmana. Molta importanza viene data oggi all'istruzione, con il 40 per cento del budget nazionale destinato a questo scopo. Il paese coltiva un'idea di sviluppo che si rispecchia perfettamente in quella promossa dal Trentino attraverso la cooperazione decentrata, basata su principi di equità, uguaglianza, sostenibilità.
L'ambasciatore della Somalia Nur Hassan Hussein ha portato invece la sua testimonianza da un paese oggi lacerato dalla guerra civile, dopo avere subito gli effetti della colonizzazione, anche italiana, e quindi di un regime militare, che ha governato fino al 1991. Attualmente il paese è retto da un governo transitorio sostenuto anche da una forza multinazionale africana. La parte settentrionale del paese invece si è attualmente separata dal resto della Somalia. La speranza è che con la pace si possa arrivare ad un assetto di tipo federale. In Somalia, ha detto l'ambasciatore, l'Italia sta facendo molto; anche il Trentino, nonostante le ovvie difficoltà di operare in un contesto di conflitto, ha realizzato progetti molto importanti, per il sostegno agli orfani della guerra civile, per lo sviluppo delle aree rurali, anche attraverso il cooperativismo (per il quale l'ambasciatore ha avuto parole di elogio), e in favore della scolarizzazione. Di nuovo è stato anche ricordato l'impegno di Mario Raffaelli, delegato dal Governo italiano a seguire la transizione verso la pace.
In chiusura di questa prima parte dei lavori, due paesi dell'Africa orientale, Tanzania e Uganda.
La Tanzania, illustrata dal primo segretario Salvator Marcus Mbilinyi, è un paese pacifico e stabile, fin dall'indipendenza, molto ricco di culture e di bellezze naturali ma immune dai conflitti etnici. I progetti che il Trentino realizza qui sono diversi, e vanno dalle varie branche della cooperazione allo sviluppo alle attività scientifiche svolte dal Museo delle scienze. Dall'ambasciatore un caldo appello a ricercare il bene comune, in un mondo sempre più globale, e a investire in Tanzania, paese che è una porta d'accesso al resto dell'Africa orientale, compresi i paesi privi di sbocchi a mare. Le porte sono aperte a chiunque, senza restrizioni, dal settore minerario a quello agricolo fino alla viticoltura.
Infine l'Uganda, il cui ambasciatore, Deo Kajunzire Rwabita, ha lodato il Trentino per avere costruito un vero "ponte" fra Italia e Africa, segno questo che i trentini sono gente d'azione, non di parole. L'Africa, ha detto ancora l'ambasciatore, non è povera, ha le risorse, ha un buon suolo, prodotti agricoli; manca la tecnologia, mancano investimenti, e c'è bisogno di istruzione. Di questo c'è bisogno, per crescere, ed è questo in primo luogo, che l'Africa chiede oggi. "Questo millennio - ha detto ancora l'ambasciatore - sarà dell'Africa: Se le potenze asiatiche sono definite 'tigri', noi saremo i leoni".
Nella seconda parte del Forum organizzato dalla Provincia autonoma di Trento con gli ambasciatori africani, oggi al castello del Buonconsiglio, si sono sentite voci trentine, in rappresentanza dei tanti "mondi" che hanno legami con l'Africa: i comuni, le scuole, le associazioni trentine e dei "nuovi trentini", i migranti che oggi vivono stabilmente in provincia. Una panoramica su un mondo ricco di ideali e di esperienze, che si è confrontato a tutto campo con gli ambasciatori dei paesi dove la solidarietà trentina è più presente. In chiusura, la lettura, da parte dell'assessore Lia Giovanazzi Beltrami, di una toccante lettera-appello del vescovo etiope Ghebreghiorghis, rivolto soprattutto agli ambasciatori, affinché difendano i loro paesi dalle "congiure subdole" che puntano a dividere l'Africa e a mantenerla in una condizione di perenne povertà e dipendenza.
Ha aperto la serie degli interventi Giorgio Dossi, sindaco di Brentonico, paese gemellato con una cittadina burundese, Muyinga, in rappresentanza dei tanti comuni trentini che hanno stretto rapporti di amicizia con l'Africa. Un'esperienza che cresce, ha detto Dossi, in entrambe le direzioni, in un continuo interscambio, utile e gratificante per entrambi.
Quindi Alberto Garniga, dirigente del Centro moda Canossa, che ha invitato tutti, il 30 di maggio, al centro Santa Chiara, per vedere i risultati di un progetto avviato con una scuola del Togo che ha messo al centro la moda: per renderlo possibile 13 studenti del Togo sono venuti qui a novembre, ed un gruppo di trentini ha ricambiato la visita in primavera. I risultati li vedremo presto nella "passerella" al Santa Chiara. A seguire Boubacar Camara, in rappresentanza della comunità senegalese in Trentino e più in generale di tutti i migranti approdati qui dalle varie parti dell'Africa. Camara, artista con una mostra attualmente visitabile al Centro per la formazione alla solidarietà internazionale, ha raccontato la sua esperienza di "cittadino del mondo", dall'Africa all'Europa, fino a Trento, dove è arrivato per una ragione semplice e universale: l'amore. "Qui ho cominciato a conoscere il Piano convivenza elaborato dall'assessore Beltrami, colpito dal fatto che gli immigrati venivano chiamati 'nuovi trentini'; era una cosa bellissima, non l'avevo mai sentita in nessun altro luogo. Non è facile arrivare in un posto e sentirsi accettati. Mi sono chiesto a cosa fosse dovuto tutto questo: poi ho saputo che tanti trentini, nella Prima guerra mondiale, hanno dovuto lasciare la loro casa, e forse questo li ha aiutati a capire la condizione di chi, oggi, è a sua volta lontano da casa."
E' stato poi il turno di Jabe Daka Zebenay, da 11 anni a Trento, in rappresentanza del Tavolo per l'Etiopia, composto da 13 associazioni diverse, impegnate in settori che vanno dall'educazione alla sanità. "La cooperazione trentina - ha detto Zebenay - è una cooperazione di tutti. Dobbiamo lavorare sempre più strettamente con le istituzioni trentine. Allo stesso modo, riporto quello che mi ha detto ieri l'ambasciatore etiope in Italia, che purtroppo oggi non può essere qui per motivi di salute: le porte dell'Etiopia per voi sono sempre aperte."
Paolo Rosatti ha portato la testimonianza del Cam-Consorzio associazioni con il Mozambico, che ha realizzato un programma di cooperazione di comunità nel distretto di Caia, articolato in diversi settori, dalla sanità alla scuola, dalla pianificazione urbanistica al microcredito, che lo scorso anno ha festeggiato il suo decennale. Tante le esperienze realizzate dal Cam in Mozambico, ma tanti anche gli scambi con il Trentino; Rosatti ne ha ricordato uno, piccolo ma significativo, il lavoro comune fra alcune radio trentine e la radio comunitaria aperta a Caia.
Il vescovo di Mahenge, in Tanzania, Agapiti Ndorobo, presente in questi giorni a Trento, è stato invitato a portare un saluto al Forum. Dal vescovo la testimonianza di un impegno delle genti trentine e del Primiero in particolare, che ha portato, in maniera del tutto volontaria, grande giovamento alla sua diocesi e ha aiutato a diffondere sul suolo africano idee, come quella della cooperazione, estremamente importanti.
Ha chiuso la carrellata di testimonianze il questore Giorgio Iacobone, che da non-Trentino ha detto di avere imparato ad apprezzare moltissimo, in questi due anni, lo spirito solidaristico del Trentino. "Ma solidarietà senza legalità - ha aggiunto - non può produrre frutti. Come autorità di pubblica sicurezza noi ci teniamo molto al rispetto dei diritti, compresi quelli legati al soggiorno degli stranieri in Trentino. Chiediamo alle associazioni e alle altre autorità di isolare quella ridottissima minoranza che delinque. Sono pochi ma fanno molto male alla loro comunità. In Trentino ogni minima violazione della legge fa molta impressione, perché questa è una terra di legalità e pace sociale. Ringrazio molto l'assessorato alla solidarietà internazionale per le cose abbiamo fatto assieme e spero che questa collaborazione possa dare frutti sempre migliori."
Ha chiuso la giornata l'assessore Lia Giovanazzi Beltrami, che ha espresso un particolare ringraziamento alle associazioni trentine. "Ogni anno esaminiamo più di un centinaio di progetti, col cuore vorremmo sostenerli tutti, magari possiamo finanziarne solo 40, ma sappiamo che per qualche via le iniziative vanno sempre avanti."