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Imprenditori immigrati e banche

20/04/2007

Il 70% delle 227mila imprese costituite da cittadini immigrati ha rapporti con le banche italiane, soprattutto con quelle minori...

Il 70% delle 227mila imprese costituite da cittadini immigrati ha rapporti con le banche italiane, soprattutto con quelle minori. Il 50 % dei cittadini immigrati giudica buona la qualità dei servizi offerti dalle banche. Il 40% ha chiesto un prestito per l’avvio o l’ampliamento della propria attività. Per gli imprenditori immigrati, l’autofinanziamento è la modalità prevalente per sostenere le spese di avvio dell’attività e di investimento successivo. Ad esso si affianca il supporto di amici e parenti, delle banche e, in misura minore, di altri istituti finanziari. E’ quanto rileva lo studio “Comportamenti finanziari e creditizi della società multietnica”, realizzato da Unioncamere, Crif e Adiconsum. Lo studio riporta anche i risultati di una indagine campionaria effettuata su oltre mille imprenditori immigrati. Negli ultimi 5 anni, le imprese individuali gestite da immigrati sono passate da circa 100mila ad oltre 227mila unità, con tassi di crescita ben superiori a quelli del totale delle imprese e prossimi al 10% annuo. Il 15% degli imprenditori immigrati ha meno di 30 anni. I principali settori sono il commercio, le costruzioni e i servizi. Decisamente minore il peso del segmento manifatturiero. Sono gli imprenditori dell'est-Europa ma anche quelli africani coloro che fanno maggiore ricorso al finanzia­mento bancario. I cinesi, invece, sono più propensi al finanziamento da parte della comunità (amici o parenti). Il 40% degli imprenditori stranieri ha chiesto direttamente un prestito alla banca. Questa richiesta è stata accolta dalla banca nei due terzi dei casi, mentre un terzo delle richieste è stato rifiutato. Gli imprenditori che hanno registrato un più elevato tasso di rifiuto sono quelli africani, mentre le richieste accettate più frequentemente si registrano fra gli imprenditori dell'Europa orientale. Le attività nei settori agricolo, delle costruzioni e dei servizi sembrano essere quelle meno apprezzate dal settore bancario.

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Pubblicato il: Lunedì, 03 Settembre 2007 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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