Vai menu di sezione

Immigrati e “sistema Italia”

13/10/2013

Sono il 10,1% degli occupati, dichiarano 43,6 miliardi di euro e pagano 6,5 miliardi di Irpef

Nonostante la crisi, i cittadini di origine straniera rappresentano una risorsa per il territorio nazionale. Ad affermarlo è il Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione 2013 realizzato dalla Fondazione Leone Moressa, edito da Il Mulino, patrocinato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e dal ministero degli Affari esteri, presentato il 10 ottobre 2013 a Milano.
In Italia si contano 2,3 milioni di lavoratori immigrati (il 10,1% del totale degli occupati) e vi sono complessivamente 3,4 milioni di contribuenti nati all’estero (dati riferiti all’anno di imposta 2011) che dichiarano al fisco quasi 43,6 miliardi di euro. Tradotto in termini relativi, si tratta dell’8,3% di tutti i contribuenti e del 5,4% del reddito complessivo dichiarato in Italia. I cittadini di origine straniera dichiarano mediamente 12.880 euro (6.780 euro in meno rispetto agli italiani) e si tratta quasi esclusivamente di redditi da lavoro dipendente. Nel 2011 i nati all’estero hanno pagato di Irpef 6,5 miliardi di euro (pari al 4,3% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.937 euro a testa.
Dal 2008 al 2012 – afferma il Rapporto – si è assistito in Italia ad un aumento del tasso di disoccupazione straniera di 5,6 punti percentuali, passando dall’8,1% al 14,1%. E contemporaneamente, pur essendo aumentato anche il numero di occupati, il tasso di occupazione straniera è però calato di 6,5 punti percentuali arrivando al 60,6%. L’aumento dell’occupazione è da ascrivere alla componente femminile prevalentemente occupata nei servizi alle famiglie e di assistenza, mentre si riduce la domanda di manodopera maschile nei comparti produttivi e dell’edilizia specie nel Nord. Questo significa – sottolinea la Fondazione Leone Moressa – che la contrazione della domanda di lavoro ha riguardato i lavoratori stranieri nei comparti produttivi tradizionali, accentuando le situazioni di sovraistruzione (41,2%), di sottoccupazione (10,7%) e aumentando i divari retributivi tra italiani e stranieri (336 euro).
Per quanto riguarda le rimesse, nel 2012 il volume ammonta a 6,8 miliardi di euro, pari allo 0,44% del Pil. Nel corso dell’ultimo anno si è assistito ad una contrazione del 7,6%, ancora più significativa di quella registrata tra il 2009 e il 2010 (-2,6%). Secondo il Rapporto, se da un lato questo calo può essere spiegato da un impoverimento della popolazione straniera che a causa della crisi ha visto erodere una parte del risparmi che mandava nei paesi di origine, dall’altro può essere ascritto ad un progressivo trasferimento degli stranieri verso l’estero.

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Lunedì, 14 Ottobre 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto