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Il contributo all'economia dei "nuovi italiani"

21/09/2012

Gli stranieri giocano un ruolo significativo nel mantenere le dimensioni della forza lavoro italiana

Il rallentamento nella migrazione verso i 23 Paesi OCSE, più la Federazione Russa, causato dalla crisi economica globale, sembra volgere al termine. Nel 2010, la migrazione verso i suddetti Paesi è diminuita per il terzo anno consecutivo, ma nel 2011 ha segnato una nuova ripresa nella maggior parte di essi, ad eccezione dell'Italia. La migrazione dei lavoratori temporanei ha continuato a diminuire, seppure più lentamente, mentre il numero di persone che entrano nell’area OCSE per motivi di studio ha proseguito a crescere.
E' quanto emerge dal rapporto dell' OCSE "International Migration Outlook 2012 - Prospettive sulle migrazioni internazionali", che analizza le tendenze e le politiche migratorie, nonché gli andamenti dell'occupazione tra i migranti. Secondo il rapporto, a causa del calo nella domanda da parte dei datori di lavoro, la migrazione di manodopera è altresì andata diminuendo e ha rappresentato solo il 21% del totale. Nel complesso, la migrazione a scopo di ricongiungimento familiare è stata la principale categoria di ingresso nel 2010, con un 36% dei flussi. La migrazione per ragioni umanitarie ha rappresentato solo il 6% dei flussi nella UE e il 13% negli Stati Uniti. La Francia è rimasta il Paese che ha accolto il maggior numero di richiedenti asilo nel 2010, seguita da Stati Uniti e Germania. Nel 2010, la Cina è stata ancora una volta il principale Paese di origine dei flussi migratori verso l’OCSE, essendo cittadino cinese quasi un migrante su dieci, seguita da India, Polonia e Romania – ciascuno con una quota pari al 5% del totale. Per quanto riguarda l'Italia, il rapporto rileva che diminuiscono i flussi migratori di tipo permanente (per il 40% dovuti a motivi di lavoro) verso il Paese, al terzo posto tra gli stati dell'Ocse in termini di flusso in entrata. Proseguono anche nel 2010, con un calo del 4% rispetto al 2009, le migrazioni temporanee di lavoratori. In crescita anche il numero di cittadini italiani immigrati verso altri paesi dell'Ocse: circa 78.000 (+6% tra il 2009 e il 2010). Più che triplicate le richieste di asilo rispetto al 2010: l'andamento del fenomeno ha portato l'Italia dal tredicesimo posto del 2009 al settimo posto nella medesima classifica dei paesi dell'Ocse del 2011. Aumenta anche il numero di studenti internazionali in Italia, interessato dalla generale tendenza registrata tra i paesi OCSE. Tre immigrati su cinque in Italia hanno trovato lavoro in un settore emergente, una proporzione maggiore che negli altri paesi dell'Ocse ed inoltre hanno rappresentato il 28% dell'aumento della forza lavoro italiana nell'ultimo decennio. Gli immigrati giocano un ruolo significativo nel mantenere le dimensioni della forza lavoro italiana, soprattutto perchè l'Italia è uno dei pochi Paesi dell'Ocse dove, nel decennio 2000-2010, il numero di persone che sono andate in pensione ha superato quello dei giovani che sono entrati nel mondo del lavoro.

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Pubblicato il: Venerdì, 21 Settembre 2012 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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