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“Il Manifesto della comunicazione non ostile”

22/07/2019

10 punti per un linguaggio responsabile e costruttivo nel rispetto delle idee e delle persone

“Il potere delle parole: commuovono, uniscono, scaldano il cuore. Oppure feriscono, offendono, allontanano. In Rete, spesso l’aggressività domina tra tweet, post, status e stories.” Così l’Associazione “Parole O_stili”, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole, introduce “Il Manifesto della comunicazione non ostile”. “È vero che i social media sono luoghi virtuali – afferma l’Associazione – ma è vero che le persone che vi si incontrano sono reali e che le conseguenze sono reali. Per questo oggi, specie in Rete, dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole.”
“Il Manifesto della comunicazione non ostile” enuncia dieci semplici principi ai quali ispirarsi per una narrazione corretta, semplice e non ostile. Il documento, la cui stesura ha coinvolto decine di esperti del settore, è stato realizzato con il coordinamento del Master in comunicazione della scienza Franco Prattico della SISSA, Immaginario Scientifico e Università di Trieste, nell’ambito del progetto SHARPER – Notte Europea dei Ricercatori; il testo diventerà documento ufficiale di Trieste Città europea della scienza 2020.

I 10 punti del Manifesto:

1. Virtuale è reale
Motivo le mie affermazioni in rete così come farei di persona. Diffondo solo risultati certi e verificati. Rispetto il mio pubblico, e calibro le spiegazioni per farmi capire.

2. Si è ciò che si comunica
Etica e metodo scientifico mi guidano nel comunicare. Parlo solo di quello che ho studiato e meditato. Divulgando non mostro me stesso, ma la bellezza della scienza.

3. Le parole danno forma al pensiero
Scelgo parole ed esempi che possano trasmettere concetti complicati in modo limpido. Valorizzo razionalità e pensiero critico, ma considero anche il lato umano.

4. Prima di parlare bisogna ascoltare
La scienza progredisce grazie al confronto rispettoso, aperto a critiche oneste, costruttivo. Dico sì all’argomentare autorevole, no a quello autoritario o dogmatico.

5. Le parole sono un ponte
Comunico in modo amichevole, evitando sia la banalizzazione, sia i tecnicismi inutili. La scienza parla un linguaggio di pace, che accoglie, avvicina, include, fa crescere.

6. Le parole hanno conseguenze
So che il mio parere influenza chi mi ascolta, e parlo in modo chiaro, responsabile e veritiero. Evito di creare illusioni, do spazio all’empatia. Se posso, alla speranza.

7. Condividere è una responsabilità
La verifica dei fatti è cruciale: esamino fonti, teorie e dati prima di diffonderli. So che condividere i metodi e i risultati ottenuti è un diritto e un dovere verso la comunità.

8. Le idee si possono discutere.
Le persone si devono rispettare
La scienza progredisce anche riconoscendo e correggendo i propri errori: perciò il cuore della scienza è il dibattito fatto di apertura mentale, rispetto, interdisciplinarità.

9. Gli insulti non sono argomenti
Non ricorro mai agli insulti e all’aggressività, che impedisce il produttivo confronto fra idee, mortifica la scienza e può arrivare a screditare anche una tesi in sé giusta.

10. Anche il silenzio comunica
Se non sono competente di un tema non ne parlo. Se c’è incertezza o discordanza su una questione, dico “non so”. Se il rischio è ingigantire polemiche sterili, taccio.

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Pubblicato il: Lunedì, 22 Luglio 2019 - Ultima modifica: Martedì, 23 Luglio 2019

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