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I giovani e il razzismo

22/02/2010

Presentata una ricerca per verificare l’evoluzione di comportamenti e atteggiamenti razzisti

Quasi la metà dei giovani italiani sono apertamente razzisti e xenofobi e solo il 40% si dichiara “aperto” alle novità e alle nuove nazionalità che vivono in Italia. E’ quanto emerge dalla ricerca “Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti”, realizzata dall’istituto di ricerche Swg per la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. “L’universo giovanile italiano - si legge nel rapporto - si spacca nettamente in due aree: da un lato il fronte “aperturista”, che include quasi il 40% degli intervistati, in cui si trovano almeno tre agglomerati valoriali: gli “inclusivi” (che sono il 19,4% dei giovani), i “tolleranti” (che sono il 14,7% dei ragazzi e delle ragazze) e gli “aperturisti tiepidi” (che sono il 5,5%). Sul versante opposto c’è l’area di quelli più chiusi, respingenti, l’area degli escludenti, dove si trova collocato il 45% dei giovani italiani, suddiviso in tre gruppi: i romeno-rom-albanese fobici (che sono il 15,3% dei giovani), gli xenofobi per elezione (che sono il 19,8% dei giovani) e gli improntati al razzismo (che sono il 10,7%). In mezzo alle due aree si colloca un ulteriore gruppo, i mixofobici, che sono il 14,5% dei giovani. Gli inclusivi sono il gruppo pienamente “aperturista” verso gli immigrati, disponibile verso le posizioni altrui e propenso ad accettare serenamente le idee divergenti. Sono soprattutto ragazze (55,3%), persone tra i 22 e i 25 anni e residenti nelle Isole, al Sud e al Centro. Ad un gradino di capacità “aperturista” leggermente inferiore si trovano i “tolleranti” (14,7%); sono un po’ più freddi e “calmierati” rispetto agli inclusivi. L’ultima fetta della schiera “aperturista”, gli “aperturisti tiepidi”, è composta da giovani decisamente antirazzisti (il 71% ritiene assolutamente inaccettabile qualunque atteggiamento discriminatorio), ma con forme più caute, più trattenute. A metà dell’asse immaginaria che va dalla massima inclusione alle forme più marcate di esclusione, ci sono i “mixofobici”. Sono persone che non hanno deciso “da che parte stare”: non ripudiano la contaminazione, non la contrastano apertamente, ma neanche la ricercano.

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Pubblicato il: Lunedì, 22 Febbraio 2010 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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