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I dati del Rapporto ISMU sulle migrazioni 2020

23/02/2021

Ecco la fotografia nazionale della Fondazione Iniziative e Studi sulla Multietnicità

Fondazione ISMU stima che al 1° gennaio 2020 gli stranieri presenti in Italia siano 5.923.000 su una popolazione di 59.641.488 residenti (poco meno di uno straniero ogni 10 abitanti). Tra i presenti, i residenti sono circa 5 milioni (l’85%), i regolari non iscritti in anagrafe sono 366mila, mentre gli irregolari sono poco più di mezzo milione (517mila, -8,0%, rispetto alla stessa data del 2019). Rispetto alla stessa data del 2019, il numero di stranieri presenti è sostanzialmente invariato con un calo pari a -0,7%. Tra i residenti stranieri i maschi rappresentano il 48,2% del totale e le femmine il 51,8% (tra la popolazione italiana le donne sono il 51,2% del totale), i minorenni il 20,2% (sono il 14,8% di quelli di cittadinanza italiana) e gli ultrasessantacinquenni sono il 4,9% (contro il 24,9% tra gli italiani).
I dati emergono dal 26° Rapporto sulle migrazioni (2020) , elaborato da Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) e presentato il 23 febbraio 2021.
Nel 2020, l’anno segnato dallo scoppio della pandemia Covid-19, si registra un aumento degli arrivi via mare (34mila), dopo due anni di diminuzione (23mila nel 2018 e 11mila nel 2019). Calano invece le richieste d’asilo, che nel 2020 sono state 28mila (contro le 43.783 del 2019). Nonostante la ripresa degli arrivi via mare, il fenomeno migratorio in Italia mostra i segnali di una fase di relativa stagnazione. Tale tendenza – afferma ISMU – potrà verosimilmente accentuarsi anche a seguito della crisi economica che il post-pandemia porterà con sé, rallentando gli arrivi e incentivando la mobilità degli stranieri e naturalizzati verso altri paesi.

Irregolari (stima)
La dinamica dell’irregolarità registra un’inversione di tendenza: se al 1° gennaio 2019 le persone prive di un valido titolo di soggiorno stimate da ISMU erano 562mila, al 1° gennaio 2020 queste scendono a 517mila (-8,0%). Un cambiamento che si è verificato prima del provvedimento di regolarizzazione del 2020 e seppur in presenza di una nuova normativa sull’asilo che ha accresciuto la platea degli esclusi.

Provenienze
Per quanto riguarda le provenienze degli stranieri residenti, al 1° gennaio 2020 il gruppo nazionale più numeroso continua a essere quello dei rumeni, anche dopo le rettifiche post censuarie (un milione e 146mila residenti, il 22,7% del totale degli stranieri residenti in Italia). Seguono circa 422mila albanesi (8,4%) e 414mila marocchini (8,2%). Al quarto posto si collocano i cinesi con quasi 289mila unità (5,7% del totale stranieri in Italia), poi gli ucraini con quasi 229mila unità, i filippini (quasi 158mila), gli indiani (poco più di 153mila), i bangladeshi (quasi 139mila), gli egiziani (circa 128mila) e i pakistani (meno di 122mila). Le prime tre nazionalità rappresentano da sole quasi il 39,3% del fenomeno migratorio complessivo, mentre in totale le prime dieci raggiungono il 63,5%.

Acquisizioni di cittadinanza
Nel 2019 le acquisizioni di cittadinanza sono state 127mila, in lieve ripresa dopo il calo registrato nel 2018.

Lavoro
Nel 2019 gli occupati stranieri hanno superato i 2 milioni e mezzo, su una popolazione in età da lavoro di oltre 4 milioni. Gli stranieri rappresentano il 10,4% della popolazione in età attiva, l’11,2% delle forze di lavoro, il 10,7% degli occupati e il 15,6% dei disoccupati totali. Nel 2019 il tasso di occupazione degli stranieri è del 61% e subisce una lieve flessione, a causa dell’andamento negativo di quello femminile. Il tasso di disoccupazione è del 13,8% (contro il 9,5% degli italiani), con punte più alte tra la componente femminile (16,3%) e i giovani non comunitari (24%). Giovani e donne sono i gruppi più svantaggiati. Nonostante i progressi nella partecipazione degli stranieri al sistema scolastico e accademico, oltre 9 giovani lavoratori non comunitari su 10 svolgono un lavoro a bassa qualifica e bassa retribuzione. Dati che confermano il fenomeno dello svantaggio strutturale dei giovani immigrati di prima e seconda generazione, svantaggio che rappresenta una delle principali criticità per la convivenza in Italia e in Europa. A tale fenomeno si sovrappone anche una questione femminile, che emerge dall’analisi dei dati relativi ai NEET (Not in Education, Employment or Training, ovvero i giovani che non studiano né lavorano) che per le giovani donne straniere si spiega soprattutto col loro precoce coinvolgimento nel lavoro di cura dei propri familiari: il 23,1% delle non comunitarie con meno di 24 anni dichiara di doversi prendere cura dei figli o di altri familiari, contro il 4,1% delle italiane.

Istruzione
Nel 2020 la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza sanitaria e l’introduzione della Didattica a Distanza (DAD) “forzata” hanno cambiato le vite di milioni di studenti, genitori e insegnanti. Anche se non sono ancora disponibili i dati più completi sugli effetti della DAD, si cominciano a stimare i costi economici e sociali del Covid anche in termini di peggioramento dell'apprendimento degli allievi (sia italiani, sia stranieri), soprattutto quelli più svantaggiati a causa di un accesso limitato a internet e/o per la mancanza del supporto genitoriale. Secondo una survey che ha coinvolto oltre 3.700 insegnanti nel mese di giugno 2020 (INDIRE), i figli di famiglie migranti sono uno fra i gruppi più esclusi dalla DAD. Passando all’analisi degli ultimi dati disponibili relativi all’anno scolastico 2018/2019 si registra che gli alunni con cittadinanza non italiana (CNI) hanno superato le 850mila unità (+16% rispetto all’ a.s. 2017/2018), pari al 10% del totale degli iscritti nelle scuole italiane. Quindi è stata raggiunta la soglia simbolica dei 10 alunni con background migratorio ogni 100. Come già evidenziato in precedenti rapporti, lo scenario delle scuole multiculturali italiane è entrato da diversi anni in una fase di stasi, caratterizzata da un netto rallentamento del trend di crescita.

Il 26° Rapporto sulle migrazioni (2020) di Fondazione ISMU tratta anche altre tematiche di attualità: razzismo e discriminazione ai tempi della pandemia; i rifugiati e l’azione umanitaria; Unione europea, Africa e migrazioni, le novità legislative. Anche in questa edizione è riservato uno sguardo all’Europa, in particolare alle nuove prospettive per le politiche migratorie europee (opinione pubblica e budget dell’Unione) e all’evoluzione del quadro normativo.

Per approfondire: sito Fondazione ISMU

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Pubblicato il: Martedì, 23 Febbraio 2021 - Ultima modifica: Domenica, 27 Giugno 2021

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