12/03/2013
L’incidenza di occupati sovraistruiti fra gli stranieri è più che doppia rispetto agli italianiGli effetti della crisi
La crisi non ha penalizzato molto la partecipazione al lavoro dei lavoratori stranieri, benché gli uomini siano stati più colpiti delle donne. Le disuguaglianze nella qualità del lavoro sono, invece, molto forti e crescenti a causa della crisi proprio perchè gli immigrati sembrano essere riusciti a contenerne parzialmente gli effetti accettando situazioni occupazionali di qualità più scadente. Per quanto riguarda sia i lavoratori con basse remunerazioni, sia quelli sovraistruiti – con titolo di studio prevalentemente conseguito nei Paesi d’origine – la percentuale degli stranieri è più che doppia di quella degli italiani e il divario si amplia a partire dal 2008. La differenza tra i livelli di sovraistruzione è particolarmente rilevante per le donne: nel 2010 oltre la metà delle donne straniere svolge lavori il cui livello di qualificazione è inferiore a quello di regola corrispondente al loro livello d’istruzione, come nel caso di diplomate e persino di laureate che svolgono lavori domestici e di cura presso le famiglie.
Il quadro emerge dal primo rapporto “Benessere Equo e Sostenibile (Bes)”, realizzato dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e dall’Istituto nazionale di statistica (Istat).
Secondo il rapporto, la crisi economica ha acuito le diseguaglianze anche sotto un altro profilo, peggiorando la condizione occupazionale degli stranieri in misura maggiore di quella degli italiani. A causa della minore presenza di giovanissimi e di anziani, il tasso di occupazione degli stranieri residenti in Italia è sempre stato molto superiore a quello degli italiani: dal 2005 al 2008 lo scarto si è aggirato sui 9 punti percentuali. Nel 2011 la differenza si è ridotta a meno di 6 punti, ma soltanto per la forte caduta del tasso di occupazione dei maschi stranieri (da 87% a 81%), mentre quello delle donne straniere è aumentato di un punto (da 52% a 53%). La spiegazione consiste nel fatto che la crisi ha colpito in modo molto acuto due settori, l’edilizia e l’industria manifatturiera, ad alta intensità di lavoratori stranieri maschi, mentre non ha intaccato la domanda di lavoro domestico e di cura, ove sono concentrate le lavoratrici straniere.
Benché risiedano prevalentemente nelle regioni settentrionali, per le donne straniere il rapporto tra il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli e quello delle donne senza figli è inferiore al rapporto per le donne italiane. Questo rapporto pare che sia aumentato però decisamente, avvicinandosi a quello delle donne italiane, a causa della crisi che ha provocato una netta caduta dell’occupazione dei maschi stranieri: sembra cioè che, per rispondere alla perdita del lavoro dei mariti, un maggior numero di donne straniere con figli piccoli cerchi e trovi un’occupazione, nonostante le perduranti difficoltà di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari.