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Frontiere chiuse? Perdite miliardarie per l'Inps

05/07/2017

Va precisato che la l'analisi si riferisce al contributo dei migranti economici

In caso di chiusura delle frontiere “nei prossimi 22 anni avremmo 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati, con un saldo netto negativo di 38 miliardi per le casse dell'Inps. Insomma una manovrina in più da fare ogni anno per tenere i conti sotto controllo”. Sono parole del presidente dell'Inps, Tito Boeri, che oggi (4/7/2017) ha presentato il XVI Rapporto annuale alla Camera dei Deputati.
La previsione dell'Istituto nazionale di previdenza sociale ha suscitato grande clamore in una giornata di dibattito particolarmente acceso sul tema delle frontiere in relazione ai migranti forzati.
Va quindi fatta una fondamentale precisazione: l'analisi dell'Inps si riferisce, come chiarito dallo stesso presidente Boeri, ai migranti economici e non ai migranti forzati. Tuttavia il dibattito seguito al Rapporto sembra mettere in discussione la previsione Inps tenendo conto, nella valutazione dell'analisi, proprio dei migranti forzati (profughi, minori stranieri non accompagnati, vittime di tratta).
Ferma restando, naturalmente, la rilevanza sul piano umano del fenomeno dei migranti forzati, almeno in Italia il numero dei migranti economici è ben più rilevante. Guardando ad esempio al Trentino, la generalità dei cittadini immigrati residenti ammonta a circa 48mila persone, mentre i richiedenti/titolari di protezione internazionale sono oggi 1.722.

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Pubblicato il: Martedì, 04 Luglio 2017 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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