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Fisco e immigrazione nell’Unione Europea

19/11/2020

L’analisi del Joint Research Centre della Commissione UE

Una maggiore partecipazione al mercato del lavoro dei migranti non comunitari potrebbe generare grandi guadagni fiscali per i Paesi UE ospitanti. Lo afferma il nuovo studio condotto dai ricercatori del Joint Research Centre della Commissione Europea, di cui dà notizia il portale interministeriale Integrazione Migranti.
Ci sono grandi differenze – affermano i ricercatori – nei contributi fiscali dei cittadini nativi, dei migranti dell'UE e dei migranti non UE e nei prossimi venti anni i contributi di questi tre gruppi si evolveranno in modo molto diverso. Attualmente per i nativi si rileva un contributo fiscale netto più elevato rispetto ai migranti provenienti da fuori dell'UE e simile rispetto ai migranti provenienti da Paesi UE. Tuttavia, a causa dell'invecchiamento delle popolazioni native, questa relazione è destinata a invertirsi nel prossimo futuro. I cittadini nativi diventeranno maggiori beneficiari netti della spesa pubblica rispetto ai migranti non UE, anche se non verranno adottate misure per facilitare l'accesso al mercato del lavoro per i migranti non comunitari.
Entro novembre 2020 sarà presentato il Nuovo Piano d’Azione per l'integrazione e l’inclusione. Questo definirà azioni concrete e orientamenti strategici per gli Stati membri dell'UE, compreso il sostegno finanziario.

Leggi il “Projecting the net fiscal impact of immigration in the EU”

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Pubblicato il: Giovedì, 19 Novembre 2020

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